Con Grillo cambia la geografia del potere in Italia? - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Con Grillo cambia la geografia del potere in Italia?

Con Grillo cambia la geografia del potere in Italia? Ce ne parla Marco Panara, curatore di Repubblica Affari e Finanza

 

Come cambia o potrà cambiare il sistema di potere economico finanziario italiano alla luce della vittoria grillina?
E’ presto per dirlo. Grillo è stato molto critico sulle grandi imprese e sulle banche e il movimento da lui guidato cercherà di influire sui processi. Staremo a vedere se, come spessissimo accade, lo spirito purificatrice si trasformerà in un sistema di potere nuovo che cercherà di sostituire quello vecchio. In concreto, essendo la vittoria grillina in realtà locali, sarà sulle poltrone che dipendono dai sindaci che i Cinque stelle saranno messi alla prova. Torino da questo punto di vista è più sensibile di Roma perché ci sono le due fondazioni, La Compagnia di San Paolo e Caritorino, che hanno in portafoglio quote rilevanti di Banca Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Il sistema capitalistico italiano teme queste novità? Mi riferisco in particolare al caso Torino con Crt e San Paolo.
Il sistema capitalistico ha una consolidata capacità di adeguarsi alle variazioni dei sistemi di potere, si adeguerà anche questa volta preservando i suoi interessi. E’ probabile che sia preoccupato, come sempre come quando c’è da gestire un cambiamento, e forse un po’ di più in questo caso visto che il nuovo potere è appunto nuovo, e i meccanismi con il quale sarà esercitato sono tutti da scoprire. Ci sarà un po’ di confusione all’inizio, poi ci si prenderanno le misure a vicenda e comincerà la partita vera.

È giusto, in via di principio, chiedere le dimissioni di Profumo?
Non è giusto, anche se il nuovo sindaco di Torino ha utilizzato un argomento indiretto e di sicura presa popolare: il negoziato per lo stipendio di Francesco Profumo da presidente della Fondazione. Un altro elemento è più squisitamente politico, il fatto che la nomina è stata fatta poche settimane prima del voto. Tuttavia le Fondazioni ex bancarie sono soggetti privati e autonomi, e le dimissioni di Profumo sarebbero un segno – che il sistema delle Fondazioni farà di tutto per non dare – di subalternità alla politica. Lo stesso Movimento 5 Stelle potrebbe trovarsi a dover giustificare quella che potrebbe essere considerata, e forse lo sarebbe, fame di poltrone. Da questo punto di vista saranno molto indicative le scelte che si faranno per i vertici delle municipalizzate non quotate, sulle quali i sindaci hanno poteri diretti. Lì si vedrà, e sarà evidente soprattutto a Roma, se conteranno merito e qualità, se ci sarà volontà effettiva di portare maggiore efficienza, se si avrà la forza di reggere alle lobby e alla pressione dei molti elettori 5Stelle che vengono dai ranghi di Ama e Atac.

Come reagiranno secondo te i cosiddetti poteri forti delle due città Roma e Torino? L'indebolimento si Renzi può avere ripercussioni sulla partita Unicredit in corso ma anche sulla "discesa" di Bollorè in Italia che non appare ancora terminata? 

Sia a Roma che a Torino ci progetti importanti sui quali il governo municipale dovrà prendere decisioni. Ci sono in ballo gli interessi dei costruttori ma anche quelli dei lavoratori potenzialmente coinvolti nella realizzazione delle opere e, soprattutto, è in ballo la modernizzazione delle città. Le nuove amministrazioni saranno messe alla prova, potrà prevalere la demagogia del no a tutto, la cessione al lobbismo del sì a tutto, oppure la capacità politica di valutare e di scegliere. Vedremo.
Quanto alla seconda parte della domanda non penso che ci saranno ripercussioni sulla scelta del nuovo amministratore delegato di Unicredit, che avverrà nel giro di poche settimane. Di Bollorè e del posizionamento dei poteri nel medio-lungo termine sarà meglio parlarne dopo il referendum di ottobre.