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Palazzi & potere
Donne e cinema: a Largo Fellini, sulla panchina rossa, siede Anna Magnani

Su una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, collocata a Largo Fellini, siede la statua in bronzo a grandezza naturale dell’indimenticabile attrice romana Anna Magnani. L’installazione in cima a via Veneto è stata offerta della Fondazione Sorgente Group, emanazione della holding del Gruppo finanziario-immobiliare Sorgente, che fa capo a Valter Mainetti, in occasione della Festa del Cinema di Roma.

Paola Mainetti, Vicepresidente della Fondazione e ideatrice della installazione artistica spiega ad “Affari Italiani”  la finalità e il concept dell’opera.

 “Abbiamo scelto Anna Magnani - spiega Paola Mainetti - perché nessuna attrice meglio di lei incarna lo spirito delle donne romane, resilienti e combattive. Sagace e fiera, popolana e signora, aveva una sicura coscienza di sé e della sua origine. La vita d’artista fu con lei prodiga di doni e riconoscimenti, la vita di donna la lasciò spesso dolorante e sola. Oggi, in occasione della Festa del Cinema di Roma, ricordando Anna Magnani, vogliamo condannare ogni forma di sopraffazione e violenza sulle donne, consapevoli che Cultura e Cinema offrono alle donne importanti occasioni di riscatto”

Come ricorda la Magnani?

Pur non essendo l’avvenenza la sua prima dote, tutti i registi ne capirono il valore e le capacità. Della Magnani attrice si diceva che “non recitava ma viveva la parte”. E a pensare a certi suoi ruoli drammatici non si può che essere conquistati da queste poche parole. Rivedere, oggi, un film con la Nannerella è come essere risucchiati dentro la vicenda, tanto da sentirsi non solo spettatori ma, addirittura compartecipi della scena. Hollywood la volle e le attribuì un Oscar per “La rosa tatuata”.

La vita d’artista le portò molti riconoscimenti, ma la sua vita di donna non fu altrettanto generosa

 

Infatti. Si ritrovò spesso dolorante e sola. Come accadde durante le riprese di Vulcano nell'isola vicina a quella dove Rossellini stava girando, Stromboli (Terra di Dio) con la sua nuova compagna Ingrid Bergman. Anche Rossellini l’abbandonò, ripercorrendo una storia per Anna già vissuta più volte. La prima a lasciarla fu la madre che, ancora piccolissima, la affidò alla nonna per poi scomparire praticamente del tutto. Il padre restò uno sconosciuto, mai incontrato e ben poco cercato.

 

Quale Roma ritroviamo nella Magnani?

 

È stata “un’orfana” cresciuta tra Porta Pia, il Campidoglio e il Palatino. Zone dove la grandezza della Capitale si intreccia con i vicoli poveri. E da quei vicoli scuri, che portano sempre a bellezze aperte e luminose, sgorga la tradizione popolare più vera ed eterna che la Magnani ha reso con orgoglio e vanità nella vita e davanti alla macchina da presa, dove non fece nulla per essere diversa da quello che era, anzi ne sottolineò modi e intemperanze.

 

È noto che anche lei è legata  Roma, tanto che qualche anno ha contribuito alla restyling del famoso “Giardino degli Aranci” all’Aventino?   

 

È uno dei luoghi imperdibili di Roma Capitale, adiacente alla Basilica di Santa Sabina all’Aventino, purtroppo è diventato un altro triste esempio di totale abbandono e di profondo disprezzo per il verde. Solo tre anni fa era tornato ad essere un luogo incantato dopo l’intervento di restyling e di valorizzazione della nostra Fondazione che riportò questa porzione di Aventino (8.000 mq) alla sua originaria valenza, secondo il disegno di De Vico. Poi la gestione è ritornata al Comune e ora, se l’Amministrazione non correre ai ripari, la Capitale perderà un altro pezzo della sua storia e  bellezza.

La Fondazione Sorgente Group ha realizzato, sempre con  il suo contributo artistico, uno spazio espositivo, in via del Tritone, nel centro di Roma, che ospita conferenze e mostre come quella dedicata anni fa all’Art Nouveau?

Con lo Spazio Tritone rientriamo nell’itinerario artistico del Comune e siamo orgogliosi di offrire ai romani e ai turisti un’ulteriore opportunità di apprezzare opere artistiche in particolare dell’antichità come la collezione di ritratti della dinastia  giulio-claudia o la Nike, dea della vittoria, di cui ho realizzato, con l’intervento di Paco Lanciano e la sua equipe Mizar, una installazione tridimensionale che ricostruisce integralmente la statua, integrandone le parti mancanti. 

 

 

 

 

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