E come ti sbagli coi partiti! - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

E come ti sbagli coi partiti!

Aiutare con la beneficenza le popolazioni martoriate dalla guerra è un gesto di grande generosità. Ma supportare un partito che rischia la sopravvivenza lo è ancora di più e merita quindi un incentivo ulteriore, anche fiscalmente. Non è una battuta: è quello che prevede la legge. Ed è soltanto un aspetto, forse il più evidente ma non l' unico, di una intricata rete di agevolazioni, norme ad hoc e autentici privilegi che la politica ha steso attorno a sé dal punto di vista tributario e non.

In questo modo, sebbene il 31 dicembre i rimborsi elettorali cesseranno di esistere una volta per tutte, i partiti potranno continuare a contare su tante forme di finanziamento meno visibili ma comunque consistenti, come ricostruisce l' ultimo dossier Openpolis che "l' Espresso" presenta in anteprima. Un fiume carsico che si inabissa e scompare dalla vista ma seguita a scorrere sotto traccia e a far affluire preziose risorse nei forzieri.

Come le erogazioni liberali, che godono di condizioni di estremo favore: una detrazione del 26 per cento fino a un contributo massimo di 30 mila euro (cioè 7.800 euro).

Nel lungo elenco di agevolazioni, scrive l'Espresso, non poteva mancare l' imposta per eccellenza, quella sul valore aggiunto, divenuta la voce con cui fare cassa nei periodi di vacche magre, l' immancabile "clausola di salvaguardia" pronta a scattare quando i conti dello Stato non tornano. L' inasprimento della pressione fiscale che ha colpito i comuni mortali non ha toccato però la politica. Dal 1993, quando il referendum radicale abolì il finanziamento pubblico (poco dopo reintrodotto surrettiziamente col nome di rimborsi elettorali), l' Iva è ferma al 4 per cento per le spese effettuate nei 90 giorni prima del voto da partiti, movimenti, liste e candidati. L' aliquota ordinaria, al contrario, è passata dal 19 al 22 per cento. Inoltre questo "sconto" si è allargato a un numero di voci sempre maggiore, di pari passo con le nuove forme comunicative e l' evoluzione tecnologica. E non è tutto, perché i benefici raggiungono pure chi dà una mano indirettamente. Alle emittenti locali che in campagna elettorale accettano di trasmettere i messaggi autogestiti a titolo gratuito, viene riconosciuto infatti un indennizzo forfettario, erogato a prescindere dalla durata degli spot e quindi anche per pochissimi secondi di spazio concesso. Nel 2015, certifica il ministero dello Sviluppo economico, nel suo complesso questa voce di spesa ha sfiorato il milione e mezzo di costo per le casse pubbliche.

E per finire, per quanto i rimborsi elettorali abbiano le ore contate, non bisogna dimenticare i fondi che le Camere e le Regioni erogano ai gruppi parlamentari e consiliari in base alla loro consistenza per il funzionamento, l' attività politica e il personale. Un fiume di denaro (85 milioni nel 2015) che, al netto delle varie agevolazioni, già rappresenta il vero sostituto del declinante finanziamento pubblico. Le cifre parlano da sole e spiegano anche la ragione di tanti cambi di casacca: un deputato "vale" 51 mila euro di contributo l' anno, un senatore 66 mila e un consigliere della ricca Liguria arriva addirittura a 88 mila. n Costi della politica Agevolazioni. Detrazioni. Sconti. Leggine ad hoc. A dicembre finirà il vecchio finanziamento pubblico, ma di fatto ne partirà uno nuovo. Che peserà sulle casse dello Stato per decine di milioni di euro Costi della politica Regime fiscale Super incentivato per lE "erogazioni liberali". E soldi pubblici alle tv che trasmettono gli spot elettorali.