Palazzi & potere
Elezioni politiche 2018. M5S, svolta sui collegi: candidati scelti dall'alto

Elezioni politiche 2018. M5S: Paura di un flop nel maggioritario, parlamentarie solo per il proporzionale
I dati che hanno tra le mani non sono affatto incoraggianti per il movimento 5 stelle. Sul proporzionale, quasi no problem: i numeri, non solo i loro, dicono che M5S è tra il 25 e il 28,5 e la tendenza è stabile (quella del Pd invece è in discesa per Etruria e tutto il resto e quella del centrodestra è in salita). Ma l' incubo dei pentastellati è sul maggioritario.
Nei loro calcoli, non si arriverebbe neppure a 40 collegi uninominali vinti su 232 totali. La simulazione Ipsos valuta un po' di più la performance grillina - vittoria in 46 collegi - ma anche questa cifra non è alta di fronte alla maggioranza di essi che andrebbe al centrodestra. Quindi? La grande paura, scrive il Messaggero.
E allora s' è deciso di adottare una vera e propria scelta-bomba. Ovvero usare le parlamentarie - cioè le primarie web per Montecitorio e Palazzo Madama - non più come totem ideologico valido sempre e valido dappertutto ma ricorrere a questo metodo soltanto per scegliere chi corre nel proporzionale. Usando invece il criterio classico - nomi di peso scelti dall' alto, screening dei vertici su chi ha più radicamento e appeal nei territori e investitura di questi a candidati - nella gara che si giocherà nei vari collegi. Ciò segna un'altra discontinuità per M5S che si aggiunge a quella altrettanto clamorosa di essere disponibili a fare alleanze - in caso di mancata autosufficienza post-elettorale - dopo aver predicato fin dall' inizio il congelamento e la vocazione solitaria.