Matteo Salvini, la svolta pro-Draghi mette le ali alla Lega - Affaritaliani.it

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Matteo Salvini, la svolta pro-Draghi mette le ali alla Lega

Matteo Salvini, la svolta pro-Draghi mette le ali alla Lega

Se gli incoraggiamenti calorosi ricevuti all'Esselunga di Firenze sono stati un indizio, scrive Libero, i primi sondaggi concreti rappresentano la conferma: gli elettori apprezzano l'apertura di Matteo Salvini al governo Draghi. Che sia ancora il segretario della "felpa" o no, ad essere promossa è la sua veste «responsabile»: dress code da governo di unità nazionale. E così la Lega, in questi primi giorni di febbraio coincisi con l'incarico assegnato a Mario Draghi, è tornata a sfiorare "quota 25": è passata, cioè, dal 24,1% del 21 gennaio al 24,5% del 30 gennaio fino al 24,8% registrato ieri dall'istituto di Enzo Risso. «Un trend», spiega il sondaggista, «che conferma l'apprezzamento per le scelte del segretario e leader del Carroccio». Un buon viatico, dunque, per il secondo turno di consultazioni con il premier incaricato (previsto alle 16.30): la prova del 9 per la svolta dell'ex ministro dell'Interno giallo-verde, protagonista dell'endorsement più "draghiano" dell'arco parlamentare, tanto da aver tolto il sonno a Pd e 5 Stelle. La consapevolezza di rappresentare il primo partito italiano è un tonico per il capitano. «Altri mettono veti e fanno capricci», ha spiegato ieri sotto la Regione Lombardia riferendosi a Conte e ai malpancisti dem, «noi abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo». Dopo aver accolto l'appello di Mattarella, insomma, adesso per Salvini è il momento di affrontare i dossier. Al vertice con l'ex presidente della Bce, ufficialmente, si parlerà solo di programmi: «Salute, lavoro e riaperture: di altro al tavolo con il professor Draghi non parleremo», assicura, scansando così le domande sia sul profilo e il timing del nuovo esecutivo (politico? Tecnico? A "scadenza" o di legislatura?), sia quella riguardante il totoministri, terreno marcato per l'occasione dal capogruppo alla Camera Riccardo Molinari («Se il governo sarà politico, la logica vuole che Salvini debba essere ministro»).