Palazzi & potere
Nomine, la strategia di Gentiloni. Conferme in vista per le partecipate

In primavera scadono i vertici dei colossi: Eni, Enel, Terna, Poste e Leonardo. Con il voto in autunno il governo pronto a intervenire
Anche per un governo dal profilo basso e senza appetiti di potere sarà impossibile astenersi e far finta di nulla: tra fine aprile e metà maggio vanno in scadenza i vertici delle cinque più grandi aziende partecipate dallo Stato, due giganti come Eni ed Enel ma anche Poste, Terna, Leonardo-Finmeccanica. Nel giro di poche settimane scadono anche gli incarichi del Comandante dei Carabinieri e del Capo di Stato Maggiore della Difesa e in giugno andranno rinnovati i vertici dell' Agenzia delle Entrate e quella del Demanio. E se diventasse di fatto ingovernabile, anche la Rai potrebbe aggiungersi all'elenco, ma al momento pare improbabile,scrive la Stampa.
Poltronissime, soprattutto quelle degli enti, che rappresentano la quintessenza del potere e dunque nomine succulente per chi le fa: il governo.
Se Matteo Renzi riuscirà a bruciare i tempi, facendo approvare una legge elettorale a ritmo accelerato e si profilasse uno showdown che porti ad elezioni ad aprile-maggio, in quel caso il governo Gentiloni ha già deciso: l' esecutivo non procederà ad alcuna nomina ai vertici dei grandi enti. Lasciando l' onere al governo che si insedierà nelle settimane successive, continua la Stampa. Con un rispetto formale e anche sostanziale delle leggi. Molto diverso il quadro se invece la prospettiva di elezioni anticipate si spostasse verso autunno o addirittura verso il febbraio del 2018. In questo caso il governo procederebbe alle nomine.