Palazzi & potere
Più debito pubblico e più tasse!
Più debito pubblico e più tasse. E poi gli allarmi della Banca d' Italia, del Fondo monetario internazionale e di Mario Draghi. Per il governo di Matteo Renzi è stato un venerdì «nero». La giornata è partita col verso «sbagliato» subito: già alle 10.30 di mattina via Nazionale ha cominciato a snocciolare i dati sulle finanze pubbliche, dai quali è emerso un nuovo aumento del buco nei conti dello Stato che ha raggiunto quota 2.215 miliardi di euro, sfiorando il record di maggio dello scorso anno (2.219 miliardi). Non solo. È il rapporto tra il debito e il pil a preoccupare Bankitalia: secondo Palazzo Koch il prodotto interno lordo aumenterà a un ritmo troppo basso (crescita «moderata»). Di qui la smentita secca a quanto messo nero su bianco da Renzi e dal ministro Pier Carlo Padoan nel Documento di economia e finanza. Le stime di Bankitalia sono infatti più vicine a quelle dell' Fmi che prevedono per il 2016 un rapporto tra debito e pil in crescita al 133% e non in calo a 132,4% come prospettato dall' esecutivo nel Def. Lo stesso istituto guidato da Ignazio Visco, peraltro, ha rivisto al rialzo pure il debito 2015 e il relativo rapporto col pil (dal 132,6 al 132,7%): a pesare sulla variazione negativa è il salvataggio delle quattro banche in crisi (Etruria, Chieti, Ferrara e Marche).
Quell' intervento non avrebbe dovuto avere alcun impatto sulle finanze statali scrive su libero francesco de dominicis, stando alle promesse del governo. Invece non è cosi. E ora abbiamo anche l' entità della «botta»: 1,8 miliardi. Si tratta di una cifra versata dalle banche, ma rientrante nel bilancio dello Stato perché il fondo di risoluzione fa parte del perimetro della pubblica amministrazione.
