Rivoluzione nel Pd: dimezzati i dirigenti Primarie solo per pochi - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

Rivoluzione nel Pd: dimezzati i dirigenti Primarie solo per pochi

Bisognerà essere iscritti per poter eleggere i segretari locali.

I primi a cadere sotto la scure della rivoluzione renziana saranno un centinaio di quadri provinciali, una pletora di segretari locali, che la riforma del partito in arrivo potrebbe sforbiciare con un tratto di penna. Perché ad oggi, il mix di partito liquido e solido che è il Pd conta sei livelli di quadri: segretari di circolo, di municipio, di comune, di provincia, di regione e dirigenti nazionali. E almeno la metà vanno eliminati. Ma sotto la mannaia della cosiddetta «sburocratizzazione» cadranno anche centinaia di delegati del parlamentino Pd, il politburo di 1200 teste che uscirà dimezzato dal restyling voluto dal premier, anche perché va riunito almeno due volte l' anno e ogni volta costa al partito più o meno 30 mila euro di rimborsi tra viaggi, vitto e alberghi. Così come dimezzata sarà la Direzione di 220 dirigenti; e altri organismi di cui si sa poco, ma affollatissimi, come la Conferenza donne del Pd, ramificata anche su scala locale.

La rivoluzione non risparmierà neanche il pilastro dello storytelling renziano, le primarie: che resteranno per le cariche elettive, cioè quelle di segretario-candidato premier, di governatore di regione e di sindaco. Mentre, scrive la stampa, tornerà in capo agli iscritti il potere di nomina dei quadri, cioè la scelta degli apparati, dirigenti, segretari regionali e insomma di tutta la struttura. E c' è un' altra innovazione in vista, da scegliere tra due opzioni: o l' albo degli elettori, che già in teoria esiste, ma non è stato mai creato davvero; o varare le primarie per legge, certo facoltative, ma gestite dal Viminale, per alcuni «l' unica cosa che ti salva da degenerazioni».