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Politica
Pd, Bonaccini in Parlamento. Il piano per silurare Schlein. Anteprima
Stefano Bonaccini e Elly Schlein

Pd, non solo le minoranze pronte a scaricare Schlein. Zingaretti e Orlando restano a Roma e Gentiloni torna da Bruxelles...

 

Grandi manovre nel Partito Democratico per accerchiare e poi - salvo un miracolo alle elezioni europee - silurare la segretaria Elly Schlein. Non è un caso che esponenti di spicco anche e soprattutto della sinistra Dem che avevano sostenuto la segretaria alle primarie abbiano deciso di non correre per il Parlamento Ue. Due big su tutti sono l'ex presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e l'ex ministro del Lavoro e della Giustizia Andrea Orlando. Ma non finisce qui.

Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il piano della minoranza Pd - sostenuto da una parte importante della maggioranza ormai stanca di Schlein - è quello di candidare in Europa Virginio Merola (sindaco di Bologna per dieci anni, dal 2011 al 2021) in modo tale che, essendo stato eletto alle Politiche del 2022 con l'uninominale nel capoluogo dell'Emilia Romagna, si torni al voto in quel collegio di Bologna città (dove il Pd ha la vittoria praticamente scontata). E il candidato sarebbe Stefano Bonaccini, presidente del partito il cui mandato come presidente della regione scade nel 2025 e che, anche se ci fosse il via libera al terzo mandato sui governatori per il quale spinge la Lega (il cosiddetto 'salva-Zaia'), non si ripresenterebbe comunque alle Regionali.

Proprio perché il piano è quello di arrivare subito dopo l'estate in Parlamento attraverso l'elezione nel collegio che lascerà libero Merola a Bologna città andando al Parlamento europeo. E, a quel punto, soprattutto se alle Regionali (partendo dalla Sardegna del 25 febbraio e passando per il Piemonte, la Basilicata e l'Abruzzo) e alle Europee il Pd dovesse ottenere un magro risultato (nessuna regione strappata al Centrodestra e percentuale sotto il 20) Bonaccini deputato sarebbe proprio la mossa propedeutica per un cambiamento alla segreteria del partito.

Le ipotesi sono varie, ma è chiaro che senza un risultato sorprendente l'8-9 giugno, difficilissimo vista la dura competizione di Giuseppe Conte e del M5S, per Schlein il futuro è segnato. Il candidato più probabile che metterebbe tutti d'accordo - sinistra del partito (variegata), corrente di Dario Franceschini, Base Riformista di Lorenzi Guerini e l'area di Bonaccini - resta Paolo Gentiloni. Che non a caso ha già annunciato di non ricandidarsi alle Europee e che tornerà in Italia "non per fare il pensionato" il primo luglio, quando ci sarà la nuova Commissione europea.

Bonaccini ha perso le primarie e diventare direttamente segretario sarebbe uno schiaffo troppo forte al popolo Dem, serve una figura autorevole e istituzionale che provi a tenere unito il partito, spostando però la linea politica di Schlein che ha troppo inseguito Conte ricevendo, spesso, schiaffi e siluri. Insomma, il piano per far finire l'era Schlein passa dall'elezione in Europa di Merola e per l'arrivo a Montecitorio di Bonaccini alle suppletive che dovrebbero tenersi a Bologna a settembre.






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