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Politica
Schlein pensa a Bonaccini presidente Pd. La tentazione: sciogliere le correnti

Pd, Schlein e Bonaccini cercano l'unità. Ma c'è il problema delle correnti

Un primo contatto dopo il duello del congresso. Un primo faccia a faccia per stabilire i fondamentali: "Togliamoci le maglie delle mozioni", dice Stefano Bonaccini, "indossiamo tutti la maglia del Pd". La segretaria sottolinea di essersi ritrovata con il governatore "sella necessità di garantire massima unitarietà a questa fase del Pd". Scorre via così il vertice di Bologna fra la segretaria Elly Schlein e il capofila della minoranza interna. Un vertice che, al di là del clima di ritrovata unità, è stato nel segno del dolore e della commozione per la scomparsa tragica di Bruno Astorre, senatore dem vicino a Dario Franceschini, per oltre trent'anni colto sorridente del Pd di Roma e del Lazio.

Per quello che riguarda l'ordine del giorno dell'incontro, nessun passaggio sui ruoli negli organi statutari del partito, a sentire i diretti interessati, nè tantomeno sulle presidenze dei gruppi parlamentari. Ci sarà tempo e modo di approfondire il dossier nei prossimi giorni quando i due torneranno a incontrarsi. Nel frattempo c'è da preparare l'opposizione e un primo passo avanti in questa direzione è rappresentato dalla manifestazione antifascista di oggi a Firenze. La segretaria del partito ci sarà, assieme a quasi tutta l'opposizione, da Conte a Bonelli, passando per Fratoianni. Non ci saranno i neocentristi Matteo Renzi e Carlo Calenda. Si tratterà del primo ritorno del Pd al fianco del Movimento 5 Stelle.

Una marcia fianco a fianco che farebbe immaginare un primo ritorno al 'campo largo' di lettiana memoria. Ancora più rilevante, date queste premesse, che Stefano Bonaccini si dica "pienamente rappresentato" dalla segretaria alla manifestazione. Il presidente dell'Emilia-Romagna è impossibilitato ad andare per precedenti impegni istituzionali, ma se avesse potuto sarebbe andato. Dunque, al momento, l'obiettivo che i due competitor delle primarie si danno è quello dell'unità. Il modo in cui questa andrà declinata lo si cercherà nei prossimi giorni.

A domanda diretta, Schlein non esclude che Bonaccini possa fare il presidente del partito. "Forme e modi li vedremo insieme, ci ragioneremo insieme. Intanto per noi era importante ritrovarci su questo spirito unitario per avviare questa nuova fase del Pd". Il ruolo del presidente del Pd, per il prestigio e anche per i poteri che comporta, è un ruolo di peso che renderebbe plastica questa unità di intenti fra le due mozioni che si sono confrontate al congresso. La palla, fanno però notare esponenti vicini al presidente dell'Emilia Romagna, è nel campo di Schlein: sta alla segretaria fare una proposta. Ciò che dall'area Bonaccini si fa sapere, tuttavia, è che c'è tutta la volontà di fare un discorso che superi definitivamente le vecchie logiche di minoranza contro maggioranza in nome del cambiamento vero del partito, di cui l'ormai ex mozione Bonaccini si sente portatrice almeno quanto la mozione uscita vittoriosa dal congresso.

Repubblica sottolinea però quale sia il problema principale: "Un problema sentito da tutt’e due gli ex sfidanti, uniti ora dallo stesso dilemma: come fare a domare le vecchie correnti che rischiano di intralciare il nuovo corso del Pd? L’ideale, hanno già suggerito parlamentari di lungo corso come Marianna Madia, Lia Quartapelle e Roberto Morassut, sarebbe sciogliere tutte le componenti organizzate, che peraltro si sono sfarinate alla prova del congresso. Partita che Schlein potrebbe giocare di sponda con Bonaccini". Un Pd senza correnti è difficile da immaginare, c'è da scommettere che le resistenze sul tema non saranno poche.

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