Politica
Pd, si apre il fronte del "no alle armi". Letta rischia di andare in minoranza



La discussione interna tra i Dem. "Diverse sensibilità. Si registra un certo disagio a sinistra e nella base, ma anche nell'area cattolica"
Pd, disagio per la posizione di Letta. "Armi? Ci sono diverse sensibilità"
La guerra in Ucraina continua senza sosta da più di due mesi. Enrico Letta è sempre stato tra i leader politici italiani quello più determinato nell'armare l'esercito di Zelensky e condannare Putin. Ma con il passare dei giorni si è aperta una discussione interna tra i Dem e il segretario rischia addirittura di andare in minoranza. Si sta rafforzando sempre di più infatti il fronte "no alle armi". "Si registra - spiega un senatore dei Dem - un certo disagio a sinistra e nella base, ma anche nell'area cattolica". Semplificando, si potrebbe usare l'immagine della 'voliera': "Da una parte i falchi, quei parlamentari del Pd che sono per la linea dura contro Mosca, senza se e senza ma. Dall'altra le colombe, ovvero quegli esponenti di cultura cattolica e sociale e quelli più spiccatamente di sinistra, che hanno partecipato alla marcia Perugia-Assisi".
Un confronto che non ha una sede formalmente istituita, ma che prosegue da qualche giorno a questa parte ed emerge in controluce dalle dichiarazioni degli esponenti di primo piano. Da Palazzo Madama, un senatore dem di primo piano sottolinea che "già nella risoluzione votata dal Parlamento è previsto che il governo debba riferire al Parlamento sull'andamento delle operazioni". Tuttavia, tenere informato il Copasir o le Commissioni riunite appare una soluzione "un po' riduttiva" a chi teme una escalation miliatre a livello globale: "Nell'articolo 3 della legge di conversione c'è scritto che il governo deve riferire ogni tre mesi. Ma la situazione sembra cambiata, forse sarebbe il caso di un passaggio in Aula".