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Politica

Schlein contro la spesa militare al 5%. La tregua nel Pd è già finita, minoranza al fianco di Ursula senza se e senza ma

La segretaria Dem tra Bruxelles e l'ultra-pacifista Conte

Di Alberto Maggi

Schlein si trova in mezzo tra la partecipazione del gruppo Socialisti & Democratici alla maggioranza che sostiene la Commissione Ue e l'ultra-pacifismo di Giuseppe Conte, leader M5S, e Alleanza Verdi Sinistra


E' già finita la pace nel Partito Democratico siglata con la votazione compatta contro la mozione del Movimento 5 Stelle di tornare ad acquisire gas russo. Commentando la partecipazione della premier Giorgia Meloni al vertice della NATO, la segretaria Dem Elly Schlein ha affermato: "Meloni non sa dire no all'amico Trump. Maggioranza Ursula? I nostri voti non sono garantiti”. Una posizione, soprattutto sulla presidente della Commissione europea, che non piace affatto alla minoranza riformista, cattolica e liberale del Pd, già furiosa con la leader del Nazareno per il flop ai referendum su lavoro e cittadinanza dell'8 e 9 giugno.

Al momento la situazione è di tensione sottotraccia, e la frase di seguire la Spagna di Pedro Sanchez sulla posizione spagnola, certamente non è piaciuta a chi come Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa e presidente del Copasir, ha strettissimi lega con l'Alleanza Atlantica. Ma se ci fosse l'indicazione di Schlein di votare contro la maggioranza Ursula al Parlamento europeo quasi certamente si riproporrebbe la clamorosa spaccatura di qualche mese fa.

La vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, Pierfrancesco Maran, Giorgio Gori e probabilmente anche il presidente del Pd Stefano Bonacci (più altri europarlamentari della minoranza) non seguirebbero la posizione della segretaria e si aprirebbe un nuovo, doloroso, fronte interno. Con polemiche e contraccolpi non solo a Bruxelles ma anche a Roma.

D'altronde Schlein si trova in mezzo tra la partecipazione del gruppo Socialisti & Democratici alla maggioranza che sostiene la Commissione Ue e l'ultra-pacifismo di Giuseppe Conte, leader M5S, e Alleanza Verdi Sinistra che rischia di sottrarre voti progressisti proprio al Pd.

Quindi la leader Dem, che è critica su molti punti con Bruxelles, non può né fare come 'Giuseppi' ma nemmeno spingersi troppo al centro verso Carlo Calenda e Matteo Renzi. Insomma, siamo tornati al punto di partenza, come nel gioco dell'oca. Il Pd in politica estera è lacerato e diviso e rischia clamorose fratture con conseguenze imprevedibili.

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