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Politica
Quando Crisanti era “no vax”. Le Covid star si propagano con la Tv

Dal focolaio di Vo' all'ingresso in politica

 

Andrea Crisanti, come si sa, è una delle pochissime Covid star che è riuscita ad avvicinarsi realmente all’impervio mondo della politica. Infatti è candidato per il Partito democratico nella circoscrizione Europea.

Naturalmente la cosa ha provocato un’onda di invidia tra le altre Covid star a partire da Matteo Bassetti che forse nella candidatura nel centrodestra ci sperava ma che comunque ha auto-dichiarato che lui per fare il Ministro della Sanità c’è. La politica ne prende umilmente atto.  Per ora solo Pier Luigi Lo Palco ha ottenuto qualche risultato essendo stato assessore alla Sanità in Puglia, ma poi si è dimesso.

Ma torniamo a Crisanti, professore di microbiologia a Padova. È diventato famoso quando ha condotto in piena fase inziale della pandemia uno studio a tappeto sugli abitanti di Vo’ (provincia di Padova), uno dei due focolai dell’infezione. Lo studio è stato poi pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature con il titolo: “Suppression of a SARS-CoV-2 outbreak in the Italian municipality of Vo”.

In questo indubbiamente emerito lavoro il professore ha scoperto che la maggior parte degli infettati asintomatici poteva trasmettere comunque il virus e quindi ha consigliato al governatore regionale Luca Zaia (Lega) di fare più test possibili in contrasto con le direttive farlocche dell’OMS. A quel punto il Veneto è diventato un modello di gestione della pandemia ma poi qualcosa si è rotto nei rapporti con Zaia stesso. Crisanti si era intestato tout court il merito della gestione del piano Covid del Veneto, affermazione sempre contestata dal governatore. La polemica comunque non si è ancora sopita e quando i due si incontrano a qualche festa di partito sono scintille al calor bianco.

Il caso di Vo’, che è stato comunque un indubbio successo per il professore, lo ha lanciato nel magico mondo delle Covid star che ha le sue leggi del moto, le sue costellazioni, le sue contestazioni. Giorgio Palù, il suo maestro (e Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco), ha dichiarato su Crisanti: "Non è mai stato un virologo, era un esperto di zanzare, quindi in quanto entomologo l'ho chiamato pensavo di fare una cosa buona per la comunità scientifica". Da allora lo chiamano “zanzarologo”.

Ed in effetti il pubblico è un po’ perplesso nel sapere che Crisanti si occupa di zanzare e Ilaria Capua è laureata in veterinaria, ma tant’è. Crisanti non si è discostato molto dal comportamento che ha una Covid star classica quando si avvicina alla politica, anche se lui ha prontamente dichiarato di avere la tessera del Pd da anni. Intanto il loro tramite naturale è la Televisione, diciamo pure rimanendo in tema, il loro mezzo di trasmissione. La scienza ha raggiunto una considerazione condivisa: le Covid star si propagano con la Tv.

Crisanti non ha fatto eccezione ed una volta giunto alla notorietà tramite l’ex tubo catodico ha cercato di capire qualcosa del complesso mondo della politica, un po’ come Bassetti e proprio come quest’ultimo ha oscillato più volte su comportamenti contradditori che lo hanno portato sia ad essere sia critico con il vaccino dicendo “senza dati non lo farei” sia poi pro vaccino “vaccinare di nuovo tutti in autunno”.

E poi è recentissima una nuova (ed enigmatica) perla: "Al contrario del problema delle bollette, contro il Covid abbiamo un vaccino che funziona e abbiamo tutta una serie di centri di ricerca che lavorano per aggiornarlo. Quindi diciamo che mi sento leggermente meno preoccupato".

È proprio questo comportamento che ha prodotto poi nella gente una sfiducia generalizzata nelle Covid star. Ricordate quando si disse che i vaccinati non potevano trasmettere il virus e si sarebbe raggiunta l’immunità di gregge? Oppure quando la stessa OMS guidata dall’incompetente Tedros Adhanom Ghebreyesus disse che le mascherine non servivano a nulla? Per le Covid star in avvicinamento alla politica però il problema è più complesso perché dietro le oscillazioni si può pensare che ci sia anche un tentativo di seguire il mood politico e cioè, semplificando, la destra critica su green pass e vaccini la sinistra a favore.
E questo non fa certo un bel favore sia alla politica che alla medicina stessa.

 

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