Quirinale, nel Pd c'è chi vuole Silvio. Draghi al Colle? Rebus istituzionale
Nel centrosinistra c'è chi spinge per tenere Berlusconi in corsa e bloccare l'ascesa di Draghi. Se SuperMario ce la facesse si aprirebbe un rebus istituzionale
Quirinale, nel Pd c'è chi vuole Berlusconi in corsa
Incredibile ma vero, almeno secondo quanto scrive il Corriere della Sera. Nel Partito Democratico c'è chi vuole Silvio Berlusconi in corsa. Non tanto per far arrivare davvero il leader di Forza Italia e storico rivale al Colle per davvero, ma per bloccare la corsa di Mario Draghi. "Il fatto è che con la sua discesa in campo, il Cavaliere blocca (per ora) la candidatura di Draghi. Il fuoco di sbarramento contro l’elezione del premier a capo dello Stato non è legato al tema della durata della legislatura. Tocca un aspetto assai più delicato, che Bettini evoca quando invoca «un sussulto della politica»: cioè il primato dei partiti, che temono un definitivo commissariamento se l’ex presidente della Bce dovesse andare al Quirinale", scrive il Corriere.
Il rebus istituzionale con Draghi al Quirinale
Intanto si palesa un rebus istituzionale nel caso che Draghi salga al Colle. La domanda è: chi farà le consultazioni per la formazione del nuovo governo? Chi tra Draghi e Mattarella, nel passaggio di testimone tra i due, avrà il compito di convocare partiti per formare il nuovo governo? Il premier uscente o il Capo dello Stato agli sgoccioli del suo mandato? La Stampa prova a tracciare gli scenari possibili.
Primo scenario con Draghi al Colle: Supermario gestisce le consultazioni con Brunetta premier pro tempore
Ecco il primo scenario raccontato da La Stampa. "Draghi viene eletto presidente della Repubblica e si dimette da premier: sarà lui a gestire le consultazioni. Il suo posto lo prenderebbe pro-tempore Renato Brunetta, in qualità di ministro più anziano. È un caso in cui va tenuta in considerazione la variabile del giorno che decreterà l’elezione e un’altra indiscrezione, confermata da fonti istituzionali a Montecitorio. Il mandato di Mattarella scade il 3 febbraio. La presidenza della Camera sarebbe orientata a organizzare il calendario delle votazioni in seduta congiunta a partire dal 20-25 gennaio. (...) anche perché il 25 gennaio è la data in cui scade la riconversione del decreto Green Pass".
Secondo scenario: Mattarella gestisce la crisi
Il secondo scenario, scrive sempre la Stampa, "invece ipotizza che sia Mattarella a gestire crisi di governo. In questo caso Draghi, dimissionario da Palazzo Chigi ma già eletto presidente della Repubblica, resterebbe premier per l’ordinaria amministrazione in attesa che il Capo dello Stato svolga le consultazioni come ultimo atto prima di lasciare il Quirinale".
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