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Politica
Quirinale, "Salvini si gioca l'osso del collo. Ecco perché". Parla Rotondi
Gianfranco Rotondi

Gianfranco Rotondi (FI): “O Salvini porta a casa il capo dello Stato o il centrodestra non c’è più. Il mio è un avvertimento costruttivo e non una critica”. Casini? “Risponde a un altro schema, quello di una tregua tra le forze politiche, ma noi siamo partiti da un altro presupposto e cioè che il centrodestra si costituzionalizzi e per la prima volta esprima il presidente della Repubblica”

Nel giorno della seconda votazione in Parlamento per eleggere il presidente della Repubblica, mentre si susseguono le riunioni nei e tra i partiti, Affaritaliani.it ha parlato della corsa al Colle con Gianfranco Rotondi, ex ministro, attuale vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera e democristiano di lungo corso. Intervistato dal nostro giornale, il deputato che è stato tra i principali registi e sponsor dell’operazione Berlusconi al Quirinale avverte subito: “Salvini rischia l’osso del collo perché, a questo punto, se non porta a casa un presidente di area, mi sembra chiaro che non è che fallisce lui come leader del centrodestra, ma fallisce il centrodestra”.

Siamo al secondo giorno di votazioni. Vede all’orizzonte un rischio palude?
Non vedo un rischio, ma perché dentro la palude già ci siamo. Mi sembra che le forze politiche siano state vitali solo quando era in campo Berlusconi, chi per appoggiarlo e chi per ostacolarlo. Poi Berlusconi si è scansato e tutti stanno annegando, appunto, nella palude.

Dopo il passo indietro di Berlusconi, nel centrodestra chi rischia di più, Salvini nel ruolo di king maker?
Salvini rischia l’osso del collo perché, ribadisco, se non porta a casa un presidente della nostra area, a fallire non sarà lui come leader di centrodestra ma proprio il centrodestra. Mi segua in questo ragionamento.

Prego.
Si è detto che l’ostinazione su Berlusconi precludeva al centrodestra la possibilità di esprimere il presidente della Repubblica. Berlusconi poi ha fatto un passo indietro. Adesso il tema è uno: o Salvini porta a casa il capo dello Stato o il centrodestra non c’è più. E il sacrificio di Berlusconi si rivelerà inutile perché era più dignitoso andare in Aula e contarsi. Attenzione, però.

A che cosa?
Questa non è una critica a Salvini, ma un avvertimento costruttivo perché tutto quello che potremo fare per aiutarlo a trovare i voti per eleggere una personalità di centrodestra noi lo faremo.

Soffermiamoci sull’operazione Berlusconi. Meloni e Salvini hanno tradito?
No, sia Salvini che Meloni sono stati leali. In questa vicenda ho fiducia nel leader della Lega. Non ho rapporti con lui, ma gli dico pubblicamente di stare molto attento perché la sua è una obbligazione di risultato e non di sforzo. Il segretario del Carroccio ha sostanzialmente orientato Berlusconi a un passo indietro, dicendo che poi ci sarebbe stato un’altra personalità di centrodestra in grado di tagliare il traguardo. A questo punto ci deve riuscire. L’importante è che porti a casa il risultato e cioè la rottura del tabù per cui il capo dello Stato debba essere per forza del centrosinistra.  

Oggi proprio si attende l'ufficializzazione dei nomi da parte del centrodestra. Intanto, le chiedo una previsione: è ipotizzabile una vostra convergenza su Casini?
Casini risponde a un altro schema, quello di una tregua tra le forze politiche e di una convergenza perché nessuno riesce a prevalere, ma noi siamo partiti da un altro presupposto. Vale a dire che il centrodestra si costituzionalizzi e per la prima volta esprima il capo dello Stato. Ecco perché ritengo che in questo momento il cdx decida la sua vita futura. Se abbiamo sacrificato Berlusconi e non raggiungiamo il nostro obiettivo, nessuno butterà la croce addosso a Salvini, ma da domani saremo liberi tutti.

Intanto, pure Tajani è finito sul banco degli imputati.
Tajani è stato un eroe perché rientrava di diritto dal primo momento nella rosa dei possibili presidenti della Repubblica: è stato presidente del Parlamento europeo, è una persona che dà del tu a tutti i grandi d’Europa ed è uno dei leader del Partito popolare europeo. Ha accettato di fare lo scudiero della candidatura di Berlusconi e l’ha fatto con lealtà. Adesso vogliamo chiedergli i danni perché non ci è riuscito?  

Torniamo ai quirinabili. Il nome di Draghi è tra questi. Che ne pensa di un suo trasloco al Colle?
Io faccio una previsione: Draghi e Casini sono i candidati più quotati, ma anche, alla fine, i candidati della mediazione. Mentre per lo schema di centrodestra ci vorrebbe dall’altra parte un Aldo Moro che non vedo.  

C’è un nome che la convincerebbe?
I nomi li deve fare Salvini. Noi abbiamo portato, mai come in questo momento, tutte le nostre azioni a lui. E quindi ritengo giusto che la conduzione della partita sia solo sua. Trovo corretto però avvertirlo che è una partita della vita. Se non la spunta su un presidente di area, per il centrodestra diventa difficile evitare il piano inclinato che poi condurrebbe alle prossime politiche in ordine sparso.

Se Draghi fosse eletto al Colle, si opterà per un governo più politico o per un governo tecnico?
La cosa non mi interessa molto perché un governo comunque si farà. Si tratta di vedere se si fa subito dopo l’eventuale elezione di Draghi o subito dopo le elezioni anticipate. In ogni caso, a maggio un esecutivo lo avremo.

Sta dicendo, quindi, che non esclude un voto anticipato. E’ così?
Il voto anticipato di pochi mesi non mi sembra nulla di traumatico.
 

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