Elezioni, chi vince-chi perde. Pd maluccio, Fi-Ncd malissimo, Lega...
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Ancora pochi giorni e si aprono le urne per le elezioni regionali e comunali. Lunedì primo giugno vedremo i risultati e soprattutto chi ha vinto e chi ha perso. Anche se i sondaggi non si possono pubblicare, stando ai sentiment che circolano tra i partiti e i candidati sembra ormai chiaro che in Veneto verrà riconfermato il leghista Luca Zaia, mentre in Toscana, Marche e Puglia a vincere sarà il Centrosinistra. L'Umbria, nonostante qualche timore nel Pd e qualche speranza nel Centrodestra, salvo colpi di scena resterà sotto l'ala renziana. Molto difficile la sfida in Liguria tra Raffaella Paita (Pd) e l'azzurro Giovanni Toti, così come il duello Caldoro-De Luca in Campania, dove anche il M5S potrebbe entrare in gioco. E per quanto riguarda le forze politiche? Vero che ci sono moltissime liste civiche e dei candidati Governatori, ma il confronto con il dato delle elezioni europee dell'anno scorso sarà inevitabile.
Stando ai sentiment raccolti da Affaritaliani.it, il premier Renzi avrebbe messo in conto una flessione di circa il 10 per cento, sperando che non diventi (come è possibile in alcune Regioni) del 15 o addirittura del 20%. I grillini sperano di confermare i dati dell'anno scorso, anche se al Nord e al Centro temono che ci possa essere un calo anche considerevole. La vera sconfitta del 31 maggio rischia di essere Forza Italia, tanto che qualcuno sussurra che il giorno dopo il voto Berlusconi rottamerà gli azzurri. Fi potrebbe in media restare sotto il 10% con punte - dicono fonti parlamentari - del 5% in diverse Regioni. Al contrario Matteo Salvini si aspetta un successo e conta almeno sul raddoppio dei voti rispetto alle Europee, anche se in molti nel Carroccio puntanto perfino a triplicare o quadruplicare i consensi. Fratelli d'Italia, ovviamente in misura minore rispetto alla Lega, conta di incrementare i voti rispetto alle Europee, così come le varie liste della sinistra radicale (in particolare in Liguria) che potrebbero intercettare molti elettori in uscita dal Pd di Renzi delusi per i provvedimenti del governo su scuola e pensioni. Pessimismo, infine, tra i centristi di Area Popolare che temono di scendere a livello nazionale al massimo al 3%.