A- A+
Politica
"Salvini e Meloni? Dormono...". Il 'ciclone' Pappalardo ad Affaritaliani.it
(fonte Lapresse)

Quale occasione più ghiotta delle difficoltà economiche e sociali che vive il Paese appena uscito dalla morsa del lockdown per risollevare la testa. Per un personaggio in cerca d’autore come l’ex generale di brigata in congedo dall'Arma Antonio Pappalardo si tratta di una chance irresistibile. E così, rieccolo. Di nuovo sul palcoscenico ad aizzare la folla, alla testa, questa volta, del movimento dei gilet arancioni. Lo aveva fatto di recente, lo scorso 30 maggio, a Milano in piazza Duomo, lo ha rifatto ieri in piazza del Popolo a Roma, dove è atteso anche oggi per protestare contro il governo e contro la “falsa emergenza della pandemia”. In barba alle regole del distanziamento sociale e dell’impiego delle mascherine: “E’ ora di smetterla - ha vibrato al telefono con Affaritaliani.it -. Non possiamo farci addomesticare con questa falsa emergenza. I virus esistono e sono sempre esistititi ma non si capisce dove sia l’emergenza. E non lo dico io, lo sostengono diversi virologi”.

Su questo aspetto Pappalardo non arretra di un millimetro. Altro discorso, invece, per gli attacchi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “E’ sempre colpa mia - va all’attacco -. Certo, le voci fuori dal coro danno fastidio. Fa comodo prendersela con i gilet arancioni ma quelle parole (“La mafia ha ucciso il fratello sbagliato”, ndr) sono state pronunciate da un militante di Fdi”. Anche il tono di voce al telefono dell’ex generale si fa per un momento più pacato. Quasi dimesso. Per un istante fa pensare al protagonista de l’“Incompreso”, per citare il capolavoro di Florence Montgomery. Ma dura giusto un attimo. Poi la carica virulenta dell’ex uomo dell’Arma riprende il sopravvento: “Noi di Mattarella ci siamo già occupati, denunciandone l’elezione da parte di un’assemblea non valida”. 

Nel dicembre del 2017 si recò, infatti, al Quirinale per notificare al capo dello Stato un verbale d’arresto. L’aver definito il presidente della Repubblica un usurpatore gli costò, due anni dopo, il rinvio a giudizio per il reato di vilipendio del presidente della Repubblica. “Ma quale rinvio a giudizio - contrattacca -. Ho chiesto io stesso al giudice di andare a processo per capire se ho fatto meno qualcosa di illegale”. Allora, Pappalardo era alla guida del movimento Liberazione Italia. Solo la sua penultima fatica da movimentista. Perché il generale in pensione, 74 anni, le ha davvero provate tutte. Per la serie “ritenta sarai più fortunato”, ha dapprima intrapreso la strada delle istituzioni: parlamentare eletto nel 92 come indipendente nelle liste del Psdi, subito dopo sottosegretario alle Finanze nel governo Ciampi. Anche se quella governativa è stata davvero un’esperienza fugace: alla nomina a stretto giro seguì la revoca, per via di una condanna a 8 mesi di reclusione per diffamazione ai danni dell’allora comandante generale dell’Arma, Antonio Viesti.

Ma il camaleontico Pappalardo vanta nel suo curriculum pure la guida del sindacato delle forze armate Cocer, dall’‘88 al ‘91. E che dire degli innamoramenti politici? Dopo i socialdemocratici - “Attenzione, la nostra nel ‘92 era una lista autonoma di militari e poliziotti” -, si è avvicinato, per esempio, al Patto di Mario Segni e, poi, più recentemente, al Movimento per le Autonomie di Raffele Lombardo, tra le cui fila si candidò al Senato nel 2006, dopo essersi congedato dall’Arma. Cambiamenti tanti, insomma ma, a detta del leader dei gilet arancioni, con una solo punto fermo: “Ho fatto tantissime cose. Massone, però, mai. Sono stato avvicinato sì, ma li allontanai dicendo che mi innamoro di una sola donna alla volta e che il mio cuore batteva soltanto per l’Arma”.

La successiva intrapresa, e cioè la strada movimentista, tuttavia, non gli ha portato più fortuna fino a questo momento. Con il movimento Solidarietà democratica ha tentato, invano, la scalata al Campidoglio nel ’93. Fu un flop. Non è andata meglio col movimento civico “Melograno mediterraneo” fondato nel 2011: la lista dell’ex generale fu addirittura esclusa dalla competizione per le comunali di Palermo. Per tacere della sua ultima fatica al fianco dei Forconi. Lui giura di non averne mai fatto parte e di aver solo “simpatizzato e salutato con gioia un nascente movimento dal basso”. Almeno questo è quello che ha raccontato ad Affaritaliani.it.

Tutt’altra storia, invece, e arriviamo ai giorni nostri, con i gilet arancioni di cui è orgoglioso di essere alla testa. A differenza dei Forconi, parole sue, “i gilet arancioni sono davvero il primo movimento sudista. Lo stesso colore è un chiaro richiamo alle arance di Sicilia”. Nascono, è vero, sulla scia dei gilet gialli in Francia e cioè “dal basso. Nulla che vedere - si scalda subito Pappalardo - con il Movimento cinque stelle a cui hanno cercato di assimilarci. Il M5S è nato a tavolino, non scherziamo. Noi, invece, siamo una federazione di movimenti spontanei, popolari”. E con la parabola discendente che stanno vivendo in Francia come la mettiamo? “In nessun modo. Non sono i veri gilet gialli, sono gruppi che sanno fare solo baccano e nessuna proposta”.

E di proposte e idee, Pappalardo ne ha da vendere. “Non come i partiti in auge in questo momento”, incalza. Perché se dei Cinque stelle non vuol sentire parlare, il leader dei gilet arancioni vede come fumo negli occhi pure Lega e Fratelli d’Italia. Con loro ieri ha condiviso soltanto la scelta di una città, Roma, e di una data, il 2 giugno, per manifestare: “Non se ne parla proprio di avere a che fare con loro. D’altronde se Conte imperversa è anche perché Salvini e Meloni dormono”. Quindi avanti tutta col suo programma: “Noi abbiamo votato un documento in tre punti e sono quelli che portiamo avanti. Vogliamo la fine del governo Conte, una nuova  legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere liberamente i propri candidati, senza liste bloccate. E, infine, chiediamo la lira come moneta parallela”.

Accuse di trasformismo? Gli scivolano addosso: “Io mi affido sempre al popolo. Appena il popolo avrà mandato via questo governo - giura - tornerò alla mia musica”. Perché l’eclettico Savonarola in salsa sicula è soprattutto un artista. Alla domanda se gli manchi più l’Arma o la musica risponde secco: “Sono musicista dai 14 anni. Mentre sono diventato ufficiale dei carabinieri a 18. La mia più grande passione è quella più antica. E’ vero che carabinieri lo si è per tutta la vita, ma l’Arma è comunque un ambito ristretto. E nessuno può rinchiudermi in un recinto”. Certo, Pappalardo ammette anche che un po’ di nostalgia, soprattutto ieri per la parata mancata causa Covid, l’ha provata: “Io sono un militare e ho fatto tante parate ma la verità è che il senso autentico della sfilata si è ormai perso da tempo. A cosa serve farlo per una Repubblica morta?”.

Dunque, Pappalardo si sta sacrificando per la causa ma prima o poi tornerà agli spartiti. Nel suo passato di compositore c’è la Missa Militum, “era dedicata alle forze di pace nel mondo e fu eseguita nel ‘97 a Foligno da Giorgio Albertazzi e Franco Simone”. In futuro già bolle in pentola un’altra fatica: “Si chiama ‘Ego sum homo’. E’ un concerto per violino e orchestra. I quattro movimenti sono: angoscia, inganno, sfida e nuovi orizzonti”. Pure il violino, avverte però il leader dei gilet arancioni, “è arrabbiato. E’ un violino forte e determinato perché nessuno deve permettersi di disumanizzare il mondo”.

Commenti
    Tags:
    antonio pappalardogilet arancionisalvinimelonigilet arancioni antonio pappalardogilet arancioni chi sono





    in evidenza
    Affari in rete

    Guarda la gallery

    Affari in rete

    
    in vetrina
    Djokovic re del tennis e del vino: "Produciamo syrah e chardonnay"

    Djokovic re del tennis e del vino: "Produciamo syrah e chardonnay"


    motori
    Ayrton Senna Forever: Omaggio al Campione al MAUTO

    Ayrton Senna Forever: Omaggio al Campione al MAUTO

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.