"Scuola in presenza per i disabili. Ipotesi gruppi con 3 o 4 compagni"
Il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso spiega che cosa accade con il nuovo decreto legge
"Purtroppo è una notizia che non avremmo voluto né leggere né scrivere". Con queste parole il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso commenta con Affaritaliani.it le nuove restrizioni che partiranno da lunedì e che lasceranno a casa con le scuole chiuse milioni di bambini e di studenti. "Il piano vaccinale del personale scolastico è in ritardo a causa delle note vicende degli ultimi dodici mesi. In più, si è aggiunta la variante inglese che, come sostiene la comunità scientifica internazionale, è particolarmente aggressiva nei più giovani. Dobbiamo lavorare e stringere i tempi per ottenere a settembre una riaperture delle scuole con una didattica in presenza e in sicurezza. Purtroppo, al momento dobbiamo anteporre al diritto allo studio, costituzionalmente garantito, quello alla salute degli studenti e dei lavoratori della scuola".
L'articolo 43 dell'ultimo Dpcm, dopo una battaglia del ministro Bianchi, aveva garantito il diritto alla scuola in presenza sempre e comunque, anche in zona rossa, per i bambini disabili (DVA). Questo diritto viene confermato, giusto? "Assolutamente sì, non prendo nemmeno in considerazione l'idea che si possa tornare indietro rispetto all'articolo 43. Posso aggiungere che il ministro Bianchi è al lavoro, su sollecitazione del mondo delle associazioni, per creare nelle scuole un piccolo gruppo di 3-4 compagni che possano andare in presenza insieme al bambino o al ragazzo disabile. Senza almeno qualche compagno di classe, infatti, non si realizza la vera inclusione del bambino o del ragazzo disabile. C'è poco tempo per ottenere questo risultato, ma stiamo producendo il massimo sforzo", sottolinea Sasso.
"L'idea è quella di delegare ai dirigenti scolastici, in base al principio dell'autonomia, i criteri per la realizzazione di questa misura. Scuola in presenza per i bambini e i ragazzi DVA insieme a un gruppetto piccolo di compagni di classe, ovviamente su base volontaria e da individuare senza alcuna discriminazione e quindi non privilegiando i figli di questo e di quel lavoratore. Solo in questo modo si può realizzare l'effettiva inclusione, come previsto dalla legge". Il sottosegretario all'Istruzione conclude: "Lunedì è molto vicino, è una lotta contro il tempo. Spero che gli uffici trovino rapidamente il modo per realizzare questo obiettivo e per organizzarsi al meglio. Questo provvedimento, secondo noi, deve valere in tutte le scuole, da quella dell'infanzia in su".
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