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Politica
Siamo davvero al post-pandemia? Superbonus, Pnrr e... quanti nodi
Mario Draghi 

Covid, siamo davvero al post-pandemia? Ma le preoccupazione non sono finite

E’ bastato uno spiraglio di fuoriuscita dalla pandemia per tornare, in un batter d’occhio, al pre pandemia. Il grande anestetico del virus che ha messo sotto al tappeto i nostri vizi sta per esaurire i suoi effetti. I giovani, la categoria più maltrattata dalla politica, perdono tempo con proteste senza senso, prima inseguendo i tifosi del green che ignorano i fatti dell’economica, poi con la battaglia per gli esami di maturità in versione light (come se nella vita non si dovessero accettare sfide imposte da altri) e infine con le proteste per casi di cronaca che hanno coinvolto alcuni giovani durante i sacrosanti stage lavorativi.

Su questi ultimi casi siamo al paradosso di una protesta che non si capisce a chi sia rivolta e con quale scopo. Abolire gli stage perché – purtroppo sono fatti drammatici della vita – talvolta si muore sul lavoro? Fra l’altro le statistiche a livello europeo non mettono l’Italia fra i paesi dove si muore di più sul lavoro. Siamo poi in trepida attesa delle prossime mosse dei sindacati che, ricordiamolo ancora, avevano minacciato scenari di guerra dopo lo stop al divieto di licenziare, quando invece si è verificato l’esatto contrario. A dimostrazione del fatto che c’è una sola strada per creare lavoro: crescere. E non blindare oltremodo le mani di chi rischia capitale proprio nell’esercizio dell’attività d’impresa.

Superbonus, reddito di cittadinanza, PNRR: i nodi della politica italiana

Veniamo alla classe politica. Dopo la sconfitta, in termini di visione, dell’elezione del Presidente Mattarella, la politica è tornata ai vecchi fasti pre pandemici fatti di sciatteria e ignoranza che ha un solo obiettivo: salvare se stessa. Nessun partito ne esce bene, passiamo da quelli che lisciano il pelo al malcontento (la Meloni ne è la leder indiscussa) di chi deve rinunciare ad un beneficio ingiustificato come i bagnini, a quelli che mai una volta espongono una linea chiara (il PD è maestro in questo) ad esempio sulla transizione energetica o sul rapporto con le imprese, a quelli che non hanno idee se non strampalate (come i 5 Stelle) che continuano a insistere con le storture regressive del superbonus o a esaltare il reddito di cittadinanza così com’è. Lo stesso Draghi, persona mite, ha perso la pazienza per poi subito dopo uscirne - come solo una persona dall’intelligenza acuta e cinica sa fare - con una battuta sulla qualità dei suoi ministri. Il rischio è che l’Italia si impantani nell’anno pre elettorale nel quale i partiti sono più interessati alla conservazione di loro stessi che a mettere in pratica quanto serve per liberare le risorse del PNRR. Per la cronaca, non sarà la ventilata guerra in Ucraina a creare problemi all’Italia, ma un oggetto strano non facile da governare che si chiama inflazione che potrebbe scatenare sui paesi ad alto debito (come l’Italia) uno tsunami dalle conseguenze imprevedibili, e questo nonostante l’indiscutibile stabilizzazione dell’Euro. Ricordiamoci ancora che i due terzi dei partiti dell’attuale Governo fino a pochissimi anni fa proclamavano stupidamente la sovranità monetaria e la fuoriuscita dall’Euro. Uno di questi paladini, Savona, lo hanno messo a capo della Consob che ci sta offrendo una delle gestioni più inadeguate dell’istituto stesso.

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