Strage Capaci, la moglie del caposcorta di Falcone: "I politici smettano di dare consenso alla Mafia o non vinceremo mai la battaglia" - Affaritaliani.it

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Strage Capaci, la moglie del caposcorta di Falcone: "I politici smettano di dare consenso alla Mafia o non vinceremo mai la battaglia"

Intervista a Tina Montinaro. Il marito anche lui ucciso nel 1992

Di Alberto Maggi

"Uomini di potere hanno dato e danno consenso e i mafiosi continuano a delinquere alla grande, anche se uccidono molto meno rispetto a trent'anni fa"


"Affermare che siamo rimasti al 1992 è ingeneroso, ci sono stati molti arresti in questi anni e molte cose sono cambiate. Ma questo non significa che la Mafia non esista più". Lo afferma ad Affaritaliani.it Tina Montinaro, moglie di Antonio Montinaro, caposcorta di Giovanni Falconi, il magistrato ucciso a Capaci dalla Mafia il 23 maggio 1992 con una carica composta da tritolo, RDX e nitrato d'ammonio con potenza pari a 500 kg di tritolo. Nell'attentato, oltre Falcone al caposcorta Montinaro, morirono anche la moglie di Falcone, Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e altri due agenti della scorta, Vito Schifani e Rocco Dicillo. "Fino a quando continueremo a dare consenso ai mafiosi, purtroppo, la Mafia non verrà mai sconfitta. Uomini di potere hanno dato e danno consenso e i mafiosi continuano a delinquere alla grande, anche se uccidono molto meno rispetto a trent'anni fa. Oggi la Mafia è ad esempio negli appalti, infiltrata in tutto il tessuto sociale, da Sud a Nord dell'Italia".

C'è un legame stretto tra politica e Mafia? "La politica è fatta di persone e alcune sono corrotte e altre no. Se un mafioso deve costruire un palazzo, a chi si rivolge se non a politici per avere i permessi? Occorre smettere di dare consenso ai mafiosi e far finta di niente. In molti si arricchiscono, ma hanno distrutto il Paese".

"I giovani - sottolinea ancora Tina Montinaro - avrebbero bisogno di esempi positivi, ma oggi manca tutto e non c'è più rispetto per nessuno. Molto spesso il cittadino comune non si interessa della Mafia perché sente molto più pericolosa e preoccupante la delinquenza che c'è in giro e che dilaga in ogni città. Purtroppo tantissimi ragazzi sono diventati violenti. Ma sono gli adulti che devono chiedersi perché siamo arrivati a questo punto. Se molte famiglie vivono nella difficoltà finiscono poi nell'illegalità. Rispetto al 1992 sono stati fatti molti passi in avanti nella lotta alla Mafia, ma c'è ancora molto lavoro da fare. Trenta, quaranta, cinquanta anni fa a Palermo si moriva ogni giorno, oggi non è più così, ma la Mafia esiste ancora".

Alla domanda se ci sia una distinzione tra destra e sinistra nel rapporto con la Mafia, Tina Montinaro risponde: "Assolutamente no. Da qualsiasi partito un politico provenga se è una persona corrotta lo è e basta, non conta il colore o il partito". E ancora: "Il mio desiderio è quello che la politica e lo Stato siano più presenti per educare i giovani e per fargli capire che se commettono reati ci sono delle pene certe. La certezza della pena manca oggi in Italia. Educare i giovani anche punendoli, questo servirebbe fare. Il Presidente Sergio Mattarella è sempre stato molto attento alla lotta alla Mafia e lo ringraziamo per il suo costante impegno. Ma noi tutti i giorni lottiamo e io vado a letto ogni sera con la coscienza pulita perché questo mi ha insegnato mio marito che ha dato la vita per un magistrato che credeva fortemente nella battaglia contro la Mafia", conclude Tina Montinaro.

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