Politica
Taglio tasse al ceto medio e nuova rottamazione? La risposta di Meloni e Giorgetti gela milioni di italiani
Niente da fare, 'no money'. Solo il rinvio della 'sugar tax'

Il governo cercherà di fare qualcosa per il massacrato ceto medio con la prossima manovra, quindi dal 2026, ma nulla è certo
Ne aveva parlato qualche giorno fa a Trento il vice-ministro dell'Economia Maurizio Leo e lo aveva rilanciato su Affaritaliani.it il giorno dopo Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia. Il taglio delle tasse per il ceto medio - con la riduzione dell'aliquota Irpef dal 35 al 33% fino a 60mila euro lordi l'anno - che era stato rimandato nella Legge di Bilancio varata a fine 2024, non ci sarà quest'anno e solo forse (scritto in maiuscolo, FORSE) verrà varato con la Legge di Bilancio per il prossimo anno.
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il governo non varerà alcun provvedimento entro la fine del mese di giugno e nemmeno dopo la pausa estiva. Il taglio di due punti dell'aliquota avrebbe restituito ogni anno fino a 1.440 euro netti ai cittadini ovvero più di cento euro in busta paga al mese considerando anche la tredicesima e in molti casi anche la quattordicesima (in base ai contratti di lavoro).
Il problema sono le coperture, il Mef e in particolare il ministro Giancarlo Giorgetti sono stati chiaro: nonostante il concordato preventivo e il ravvedimento operoso i soldi non bastano. L'obiettivo sarebbe stato quello di rilanciare i consumi interni per aiutare la crescita e fronteggiare le incertezze legate al tema dei dazi Usa e al balletto tra Donald Trump e i giudici a stelle e strisce. Ma niente da fare.
Esattamente come la pressione della Lega sulla rottamazione delle cartelle a 120 rate tutte uguali che verrà rimandata sine die. Fratelli d'Italia e Forza Italia non sono contrari alla rottamazione quinquies sulla quale insiste molto il Carroccio, ma si tratta di una questione di priorità. Per i partiti di Meloni e Tajani le partite Iva hanno già avuto molto in passato e ora sarebbe il momento del ceto medio ovvero dei lavoratori, settore pubblico e privato, che guadagnano più di 40mila euro all'anno lordi e che finora non hanno avuto alcun beneficio visto che si è puntato tutto sulle fasce medio-basse.
Il governo cercherà di fare qualcosa per il massacrato ceto medio con la prossima manovra, quindi dal 2026, ma nulla è certo. E certamente se Giorgia Meloni - sempre ben consigliata dalla sorella Arianna - dovrà fare una scelta, il taglio dell'Irpef verrà prima della rottamazione quinquies. Con buona pace delle richieste di Forza Italia e della Lega ma anche di tanti parlamentari di Fratelli d'Italia che devono sottostare al rigore dei conti e del rispetto dei vincoli Ue. Un conto è la campagna elettorale permanente, un altro la realtà. In mezzo c'è un abisso. L'unico 'contentino' per Forza Italia, ormai certo, sarà il rinvio della sugar tax (che sarebbe dovuta entrare in vigore il primo luglio) al primo gennaio 2026. Stop. No money, my dear... (visto che Meloni parla perfettamente inglese).
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