Politica
Verdiniani quasi tutti senatori... Francia o Spagna purché se magna

Francia o Spagna purché se magna. E' proprio così e lo dimostra plasticamente la fuga (in qualche modo "pilotata" da Berlusconi, leggi qui) da Forza Italia ad Ala, il nuovo gruppo pro-Renzi dei verdiniani. Una commedia all'italiana nella quale, del tutto casualmente (si fa per dire), i verdiniani al Senato sono addirittura tredici mentre alla Camera sono solo sette. A Montecitorio i parlamentari sono 630 mentre a Palazzo Madama, esclusi i senatori a vita, sono 315. Duqnue, come è possibile? Semplice, Renzi i rischi li corre al Senato e non certo alla Camera, quindi, magicamente, i senatori sono il doppio dei deputati. Infatti qualcuno in Transatlantico sussurra che i deputati siano passati con Ala più che altro per una questione di immagine (altrimenti se fossero stati solo senatori a fare il salto della quaglia il giochino salva-Renzi sarebbe stato fin troppo palese). Fatto sta che a leggere i nomi dei neo-verdiniani c'è da stropicciarsi gli occhi. Giuseppe Galati, Peppe Ruvolo e soprattutto l'ex ministro Francesco Saverio Romano sono gli ultimi passati ad Ala provenendo addirittura dai Conservatori Riformisti di Raffaele Fitto. In pratica, in pochi giorni, sono diventati fieri sostenitori del Patto del Nazareno dopo che avevano lasciato Forza Italia e Berlusconi proprio perché l'ex Cavaliere era ancora troppo legato al patto con il premeir-segretario. Una tripla capriola impressionante che, probabilmente, di motivazioni politiche ne ha ben poche (ironizzano alla Bouvette). Ma tant'è, mezzo Ncd potrebbe lasciare il governo e, quindi, servivano nuove truppe cammellate per far andare avanti il premier dal tweet facile. E così si passa senza problemi da David Cameron (i Conservatori Riformisti si rifanno ai Tories britannici) alla Leopolda di Renzi, anche se in salsa verdiniana.