Politica
Vigilanza Rai, ennesima riunione a vuoto. Ma così scoppia il caso della par condicio per le elezioni regionali. Liberi tutti
Dopo la bufera per il pranzo di Meloni a Domenica In

Ci vorrebbe che la Vigilanza si riunisse e facesse delle regole chiare e precise, ma questo è impossibile per l'impasse sul nome del presidente
All'indomani della bufera per la presenza in televisione della premier Giorgia Meloni a Domenica In di Vara Venier e per il suo “pranzo della domenica” - che ha scatenato l'ennesima polemica politica con Floridia (M5S) che ha parlato di "presenza inopportuna" e Schlein ha attaccato: "Parla di pasticcini e non spiega la posizione dell'Italia sulla Palestina", poi Gasparri (Forza Italia): "Polemiche ridicole" - inizia la settimana nella quale si riunisce la Commissione bicamerale della Rai presieduta da Barbara Floridia e per l'ennesima volta la maggioranza di Centrodestra non si presenterà e quindi, di nuovo, non ci sarà il numero legale per eleggere il presidente della Rai. In questo, per la gioia della Lega e di Matteo Salvini, resterà in carica ad interim Antonio Marano, come consigliere più anziano. Il problema però rischia di esplodere con le imminenti elezioni regionali, che non vanno al voto tutte insieme.
Per le Marche e la Valle d'Aosta, realtà molto locali, l'ufficio di presidenza era intervenuto per una regolamentazione sulla par condicio ma ora servirebbe la pronuncia della Vigilanza. Che però non è in grado di riunirsi. Se al voto va più del 25% del totale della platea degli elettori la legge prevede che la par condicio sia nazionale e in questo caso si sfiora il quarto del corpo elettorale. Però va considerato che il 23-24 novembre ci saranno le elezioni regionali In Veneto, Puglia e Campania, invece in Toscana si andrà alle urne prima, il 12-13 ottobre. Un caos, insomma.
Ci vorrebbe che la Vigilanza si riunisse e facesse delle regole chiare e precise, ma questo è impossibile per l'impasse sul nome del presidente. E così c'è la possibilità concreta che le elezioni regionali vengano considerate locali e quindi ciò significa che la par condicio varrà soltanto per i territori che andranno al voto e non per tutti. In sostanza in Lombardia o nel Lazio si potrà continuare a fare campagna elettorale, pubblicare sondaggi parlando anche delle regioni che vanno al voto perfino a urne aperte.
Proprio perché, in assenza di regole e con la par condicio considerata a livello locale, liberi tutti e ognuno potrà parlare. Una grana per tutti i partiti, insomma, con probabili accuse reciproche e alta tensione che esploderà in autunno. Come sempre la Rai è il termometro della politica e in questo momento lo scontro tra gli schieramenti (divisi al loro interno su diversi temi) è totale.
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