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Politica
Zan: "Enorme sostegno alla mia legge. Conta più delle minacce di morte"

Alessandro Zan è il protagonista del più acceso dibattito sui diritti civili degli ultimi, in quanto primo firmatario della proposta di legge contro l’omotransfobia attualmente in discussione in Parlamento. Classe ’73, Zan è stato assessore nella sua città, Padova, per poi entrare alla Camera nel 2013, eletto nelle fila di SEL. L’anno successivo ha aderito al PD, con cui è stato rieletto nel 2018. Da sempre in prima linea nelle battaglie per la comunità LGBT+, con questa proposta di legge ha ottenuto un’enorme popolarità mediatica, ma anche diversi problemi. In questa intervista racconta ad Affaritaliani.it il suo punto di vista sulla vicenda.

Onorevole Zan, a che punto siamo con la calendarizzazione del DDL? C'è speranza che si sblocchi a breve?
"Il DDL è stato approvato alla Camera lo scorso 4 novembre, ora deve iniziare l’esame al Senato. L’iter inizia dalla Commissione Giustizia di Palazzo Madama, competente in materia, per poi passare in Aula. La situazione si sbloccherà quando il Presidente della Commissione, il Senatore leghista Ostellari, calendarizzerà il DDL. Questo potrà accadere anche durante il prossimo ufficio di presidenza, come chiede la maggioranza della Commissione. Fino ad ora Ostellari ha di fatto impedito l’inizio della discussione, prima sconvocando lo stesso ufficio di presidenza, poi sollevando alcuni problemi di tipo tecnico, ora risolti. Un presidente di Commissione, nell’esercizio delle sue funzioni, deve però svestire la casacca di partito e garantire una posizione super partes". 

Cosa pensa del documento che chiede modifiche al testo, firmato da alcuni esponenti del centrosinistra?
"A questo testo si è arrivati tramite un confronto durato quasi anno, prima con le associazioni competenti e con tutte le sensibilità politiche che avevano presentato proposte di legge in materia, e quindi in sede parlamentare, ascoltando legittime perplessità e spunti sia in Commissione sia in Aula a Montecitorio, ad esempio accogliendo l’estensione all’abilismo, che ha reso il provvedimento ancora più inclusivo. Questo DDL non identifica né tutela minoranze, ma condizioni personali che sono parte dell’identità e della personalità di ciascun essere umano, come il sesso, il genere, l’identità di genere, l’orientamento sessuale e la disabilità. È chiaro poi che in Italia i crimini d’odio sono rivolti in particolare contro donne, comunità LGBT+ e persone con disabilità, come confermano numerosi osservatori europei per i diritti umani: la matrice è tuttavia la stessa, ovvero una concezione della società patriarcale ed eteronormativa ancora molto radicata".

Quanto è importante il sostegno trasversale che sta ricevendo la sua proposta, da Fedez al settimanale “Vanity Fair”, che ha lanciato una vera e propria campagna?
"Moltissimo, il sostegno di Fedez, Elodie, Levante e tantissimi altri, nonché la campagna di “Vanity Fair”, sono davvero preziosi. Ripeto sempre che questa non è una legge di parte o ideologica, ma appunto trasversale, come lo sono - o lo dovrebbero essere - i diritti umani e la tutela della dignità di tutte le persone. Questa battaglia non ha colore politico, e questa grande mobilitazione ne è la conferma. Voglio anche ringraziare ancora una volta Tiziano Ferro, che già dallo scorso autunno si è speso in prima persona per l’approvazione della legge".

(Segue: il caso di Malika Cahly e le minacce di morte)

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