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PugliaItalia
Comune Ostuni, il TAR Lazio conferma lo scioglimento per infiltrazioni mafiose
Ostuni

A distanza di un anno il TAR Lazio conferma lo scioglimento del Consiglio comunale di Ostuni (Br) - del dicembre 2021 - per infiltrazioni della criminalità oranizzata, respingendo i ricorsi presentati. 

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I ricorsi erano stati avanzati dall’ex sindaco Guglielmo Cavallo e da alcuni ex consiglieri comunali, (rappresentati dall’avvocato Pietro Quinto, del foro di Lecce). L’altro dall’ex vice sindaco Antonella Palmisano e da cinque ex assessori, assistiti dall’avvocato Costantino Ventura, del foro di Bari. Entrambi contro lo scioglimento del Comune di Ostuni disposto dal Consiglio dei Ministri nel dicembre 2021, per "Accertata infiltrazione della criminalità organizzata". 

Nella sentena il TAR ha ritenuto che: "Tutte le censure avanzate sono manifestamente infondate" e che i dati raccolti" contrariamente alle argomentazioni dalle difese, non dimostrano la capacità di resistenza degli amministratori locali, ovvero l’assenza di compromissioni al buon andamento degli uffici, bensì la pericolosità dei soggetti ed il contesto difficile nel quale l'amministrazione comunale si trova ad operare, con evidente pericolo per la sicurezza pubblica nonché una possibile alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi". Tutti elementi, questi, che non sono sufficienti per decretare lo scioglimento del Comune, ma "dimostrano in maniera inequivoca l’infiltrazione criminale nella struttura burocratica".

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Con la stessa sentenza, "Il Tar ha ritenuto adeguatamente motivato il provvedimento di scioglimento adottato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Prefetto di Brindisi. Tali motivi riguardavano la illegittimità di alcune procedure nell’attività dell’Ente, i rapporti parentali con persone controindicate per aver riportato condanne significative, ma soprattutto le condizioni ambientali del Comune, che, attraverso alcuni episodi, avevano evidenziato una presenza incisiva delle associazioni malavitose sul territorio".

"Da qui - si legge ancora - sulla base del principio 'più probabile che non', e considerato che la misura interdittiva non ha natura sanzionatoria ma solo preventiva, il TAR ha ritenuto adeguatamente motivato il provvedimento di scioglimento".

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Secondo la relazione prodotta a suo tempo dal Ministero dell’Interno, l'Amministrazione Comunale di Ostuni era afflitta da “Una serie di condizionamenti volti a perseguire fini diversi da quelli istituzionali che hanno determinato lo svilimento e la perdita di credibilità dell’istituzione locale, nonché il pregiudizio degli interessi della collettività, rendendo necessario l’intervento dello Stato per assicurare la riconduzione dell’ente alla legalità”.

Gli avvocati delle parti ricorrenti segnalano che gli Amministratori del Comune hanno annunciato l’intenzione di proporre appello al Consiglio di Stato.

 

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