Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
NORME PER SANITARI E PENSIONI, EQUILIBRIO LAVORO E FAMIGLIA, INCENDI
Congresso Federspev per la tutela delle pensioni in EU

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI 

In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda:  ci sono normative europee per tutelare le pensioni, visto che soprattutto noi sanitari mi pare che siamo troppo vessati in Italia e mio figlio lavora in Olanda ora, ma prima ha lavorato in Italia? Ludovico Butteri

Risposta:  ci sono normative europee che tutelano le pensioni, ad esempio se un sanitario, come suo figlio,  ha lavorato in due o tre Stati diversi dell’Unione europea, riceverà due o tre pensioni di vecchiaia distinte. C’è un apposito Coordinamento UE dei regimi di sicurezza sociale e  a questo link trova tutti i dettagli (link   https://ec.europa.eu/social/). Ogni Stato in cui si è stati assicurati per almeno un anno è tenuto a pagare una pensione di vecchiaia una volta raggiunta l’età pensionabile nazionale. La pensione viene calcolata in base alla carriera assicurativa maturata in ciascuno Stato dell’Unione europea: l'importo che si riceve da ogni Stato è proporzionale alla durata della copertura avuta in tale Paese. Le pensioni vengono versate indipendentemente da dove si decida di vivere in Europa. L'Unione europea prevede regole comuni per tutelare i diritti previdenziali dei cittadini che si spostano all'interno dei vari Stati. Abbiamo chiesto a degli esperti della FEDERSPEV, il prof. Michele Poerio, Presidente e il prof. Marco Perelli Ercolini, vicepresidente di FEDERSPEV (Federazione Nazionale Pensionati Sanitari e vedove) che ci ha risposto con i dati emersi anche dopo il congresso nazionale FEDERSPEV: ”Rispetto ad altri Stati europei, in Italia pare che lavorare o aver lavorato non sia un merito, ma quasi una colpa. I doveri (pagare le tasse, i contributi etc.) sono imperativi, ma i diritti sembrano invece essere una semplice aspirazione. Le scrivo questo perché  il 57% degli Italiani (34,1 milioni) paga appena l’8,3% dell’intera Irpef, che resta dunque per il 91,7% a carico del restante 43% con una imposizione fiscale tra le più gravose del mondo con una politica fiscale di lasciar stare i molti che non pagano. Per tanti anni i pensionati sono stati taglieggiati con una forbice che tagliava le pensioni oltre certi importi (pensioni peraltro non regalate, ma conseguenti a forti versamenti contributivi a valore corrente durante la vita lavorativa) così che molti trattamenti di pensione cogli anni hanno avuto un appiattimento dei loro importi: la pensioni di annata sono diventate pensioni dannate avendo perso il loro originario potere di acquisto. Le voci sul nuovo provvedimento appena varato dal Consiglio dei Ministri evidenziano misure per tamponare gli aumenti energetici che colpiscono tutti, dico tutti con un anticipo al 1° ottobre del conguaglio della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 riconosciuto a tutti a prescindere dall’importo della pensione del titolare (l’inflazione definitiva nel 2021 è risultata pari a + 1,9% anziché dello 1,7% provvisoriamente applicato dall’Inps); un riconoscimento di un aumento del 2% della pensione a titolo di acconto della perequazione dovuta per l’anno 2022 con decorrenza 1° gennaio 2023 secondo scaglioni di pensione. Nulla per le pensioni oltre un certo limite oppure benefici per scaglioni di reddito fermo restando le prestazioni per gli importi sino 5 volte il trattamento minimo Inps, cioè il 2% fino a 4 volte il minimo Inps e precisamente sino a 2.062 euro; 1,8% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo ossia da 2.062 e 2.577 euro, fermo restando l’acconto pieno del 2% sulla quota di pensione sino a 2.022 euro; l’1,55 per gli importi superiori a 5 volte il minimo fino a 2.732 euro fermo restando l’acconto pieno per il 1° scaglione del 2% e  quello del 90% per il 2° scaglione. Dunque nessun aumento per gli importi di pensione/i oltre i 2.732 euro. Non ci sarebbero dunque modifiche agli indici di perequazione che restano quelli noti: 100% del tasso di inflazione per le pensioni sino a quattro volte il minimo Inps; 90% tra quattro e cinque volte il Tm e del 75% per quelle superiori a cinque volte il minimo con però un tetto! Manovra questa, ahimè, che fa intravedere tagli sulla prossima perequazione 2023. Certo bisogna aspettare la Gazzetta Ufficiale però una cosa appare certa: dai 2, 38 miliardi nella bozza iniziale dei decreto, si è passati ad uno stanziamento di appena 1,5 miliardi. Lo Stato prosegue ad infierire sempre sui pensionati che durante tutta la vita hanno versato fior di contributi a valore corrente, hanno pagato fior di tasse e si sono spremuti sino all’ultimo a lavorare sperando in un futuro post-lavorativo dignitoso. Bella riconoscenza al cittadino coscienzioso e soprattutto ai medici sanitari e alle loro vedove, che rimangono con quasi nulla, tartassate come sono pure le loro pensioni di reversibilità, vedove di medici che hanno dato la loro vita per tutti noi”.     

Domanda: ci sono normative europee per una migliore conciliazione lavoro e famiglia? Veronica Fusco

Risposta: sì.  Tutti gli Stati membri dell’ Unione europea devono applicare norme stabilite a livello dell'UE per migliorare l'equilibrio tra vita professionale e vita privata di genitori e prestatori di assistenza. Le norme, adottate nel 2019, fissano norme minime per il congedo di paternità, il congedo parentale e il congedo per prestatori di assistenza. Istituiscono anche diritti aggiuntivi, come il diritto di richiedere formule di lavoro flessibili, che aiuteranno chi ne ha bisogno a portare avanti la propria carriera e la propria vita familiare senza dover sacrificare né l'una né l'altra. Questi diritti, che vengono ad aggiungersi a quelli già esistenti in materia di congedo di maternità, si inquadrano nel  pilastro europeo dei diritti sociali e la loro istituzione costituisce un passo essenziale verso la costruzione di un'Unione dell'uguaglianza. La direttiva sull'equilibrio tra vita professionale e vita privata mira ad aumentare d un lato la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e dall’altro il ricorso al congedo familiare e a modalità di lavoro flessibili. Nel complesso, il tasso di occupazione delle donne nell'UE è inferiore del 10,8 % rispetto a quello degli uomini. Inoltre, solo il 68 % delle donne con responsabilità familiari lavora, rispetto all'81 % degli uomini con responsabilità analoghe. La direttiva europea concede ai lavoratori dei periodi di congedo per prendersi cura di familiari che hanno bisogno di aiuto e, nel complesso, garantisce che i genitori e i prestatori di assistenza siano in grado di conciliare lavoro e vita privata.

Domanda: per gli incendi non ci sono attività di prevenzione o monitoraggio e  assistenza a livello europeo visto che sono in aumento? Roberto  Castaldi

Risposta: sì.  La Commissione presenta ha presentato di recente una valutazione paneuropea del rischio di incendi boschivi (Wildfire Risk Assessment). Il nuovo strumento fornisce dati armonizzati e permette una valutazione comparabile dei rischi di incendio boschivo nei paesi della regione paneuropea. Grazie a un metodo armonizzato, lo strumento aiuterà l'UE, gli Stati membri e altri Stati della regione paneuropea a proteggere vite e ambienti rurali. Avvalendosi dei dati degli ultimi 20 anni, lo strumento, che è frutto della collaborazione tra la Commissione europea e  specialisti antincendio di 43 Stati, offre una panoramica dei rischi strutturali attuali e apporta una soluzione alla diversità dei metodi di valutazione degli incendi applicati per diversi territori, cosa che di per sé può costituire un ostacolo alla valutazione dei rischi in certe regioni, specie quelle in cui scoppiano incendi transfrontalieri che coinvolgono più paesi. A livello nazionale lo strumento può aiutare i governi e le autorità preposte alla gestione delle catastrofi a integrare gli indicatori di valutazione dei rischi nei piani di prevenzione, mitigazione e preparazione, aspetto particolarmente importante per i paesi a rischio di incendio. La valutazione dei rischi d'incendio sosterrà iniziative dell'UE quali il meccanismo di protezione civile, il Fondo di solidarietà dell'UE o l'attuazione del regolamento sullo sviluppo rurale nell'individuare le aree più soggette a rischio di incendio medio e elevato.

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