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Coronavirus, Lega Serie A: "Via il 13 giugno". Spadafora: "Ok Protocollo Figc"
(FOTO LAPRESSE)

La Lega Serie A: "Proposto il via il 13 giugno, così giochiamo anche la Coppa Italia"

La Lega di Serie A ha raggiunto l'accordo: a larga maggioranza è stata scelta la data del 13 giugno per la ripresa del campionato, scartando l'ipotesi del 20 giugno. "Visto che bisognerà chiudere tutto entro il 2 agosto per lasciare spazio a Champions ed Europa League, se davvero si ripartisse il 13 ci sarebbe spazio anche per giocare le semifinali di ritorno e la finale di Coppa Italia. Ricordiamo che alla fine del campionato mancano 12 giornate, più alcuni recuperi da fissare", ha commentato il presidente di Lega, Paolo Dal Pino. Tutto sembra indirizzato verso una ripartenza della Serie A, coronavirus permettendo.

Spadafora: "Figc ha adattato il Protocollo. Allenamenti il 18 maggio, centri sportivi e palestre entro il 25 del mese"

Intanto gli allenamenti ripartono lunedì sicuramente, secondo le parole del ministro per le politiche giovanile e lo sport, Vincenzo Spadafora: "Pochi minuti fa ho ricevuto una lettera del presidente della Federcalcio Gabriele Gravina: mi ha comunicato che la Federcalcio ha accolto tutte le osservazioni del Comitato tecnico scientifico riadattando il proprio protocollo e consentendo senza altre difficoltà di poter riprendere gli allenamenti collettivi dal 18 maggio". Poi aggiunge: "Proporrò di aprire i centri sportivi  e le palestre al massimo entro il 25 maggio e abbiamo avviato un protocollo al Comitato tecnico-scientifico. Dobbiamo fare in modo che tutte le strutture abbiano la possibilità di riaprire e far sì che il protocollo sia adattabile. Metteremo a disposizione delle risorse per attuare i protocolli. È stata destinata alle federazioni delle risorse del 5% per sport di base e ora quei soldi, 17 milioni, saranno destinati a sanare e attuare i protocolli".

Il medico della Lazio: "Il coronavirus sta morendo, il Cts doveva ascoltare anche noi"

Il medico della Lazio, Ivo Pulcini, ha però criticato duramente il Protocollo per la ripartenza intervenendo a Radio Radio: "Il Comitato Tecnico Scientifico non ha voluto sentire la voce del medico del calcio che vive sul campo e non vive dietro una scrivania. Vive dove non c'è la scienza pura ma, c'è la evidence based medicine, che cammina parallela a quella scientifica. Se si uniscono vanno a vantaggio della salute e della popolazione. La medicina non è una scienza; la medicina è un'arte - dice -. Per essere un artista purtroppo non basta la laurea. Altrimenti troveremmo tutto sui libri. Questo capita quando si fanno dei protocolli spesso dannosi. Se in qualche caso avessi usato il protocollo, il paziente sarebbe morto. Oggi la superficializzazione dei titoli è grave. Forse c'è il desiderio di creare questa confusione per dare spazio alle persone incapaci che occupano dei posti sbagliati, e se la domanda è sbagliata capite com'è la risposta". E ancora: "Sono d'accordo con il professor Castellacci. Se un ragazzo si ammala e ci denuncia ne dobbiamo rispondere noi, ma noi non possiamo arrivare a rispondere di tutto. Il CTS dice che se un giocatore o un membro dello staff è infetto deve andare in quarantena tutta la squadra? È ridicolo, perché devo considerare malato chi non lo è? In questo caso la responsabilità me la prendo, io tutta la squadra in quarantena non la metto. Perché se io sono negativo devo essere considerato ammalato? È ridicolo, così la Serie A non riparte". Infine, il medico sociale biancoceleste ha anche parlato dell'emergenza Covid: "Il Coronavirus sta morendo? Secondo me sì, perché la manipolazione ha prodotto un danno grave che riguarda non la letalità, perché la letalità come dice il Professor Tarro è dell’1% non è alta, il 90% delle persone affette guarisce spontaneamente; ma dalla contagiosità. L’elevata contagiosità che poteva far affluire nelle strutture sanitarie una quantità esagerata di persone. È difficile distinguere il codice rosso dal codice verde rischiando, come è successo purtroppo, di danneggiare le persone che avevano maggiormente bisogno proprio perché non avevano la possibilità. Per la legge dell’incompenetrabilità dei corpi, se un letto è già occupato non può essere occupato da un’altra persona".

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