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Nazionale: come sarà l'home kit dell'Italia nel 2023, con adidas
Dal prossimo anno si cambia, dopo la lunga partnership con Puma. C'è molta curiosità per il look del nuovo ciclo azzurro
Italia: nel 2023 comincia la partnership con adidas, come sarà il nuovo look?
Ha perfettamente ragione Marco Mueller, Senior Head of Product Line Management Teamsport Apparel di Puma. "Le maglie da calcio fanno parte della cultura italiana. Lo stile, la moda, la storia sono i punti fermi di una maglia dell'Italia", ha dichiarato in occasione della presentazione del nuovo home kit della nazionale azzurra, che debutta il 1 giugno a Wembley contro l’Argentina.
Le peculiari regole del marketing sportivo
Innovazione e storia del calcio che si incrociano, rappresentando significati che vanno ben oltre l’effimero look dei nostri campioni. Le maglie delle squadre sono simboli, bandiere, rappresentanti della nostra identità che sfuggono a ogni regola del marketing, perché per averle siamo disposti a spendere qualunque cifra, seguendo il cuore e non il cervello, al quale sono invece evidenti certi trucchetti di restyling finalizzati solo a massimizzare i ricavi, talvolta con terze e quarte maglie imbarazzanti, perché totalmente avulse da quella cultura calcistica di cui sono invece un prodotto.
Salvo clamorose sorprese, la nuova maglia suddivisa in quattro quarti, con diverse tonalità di azzurro, sarà anche l’ultima della lunga partnership tra Figc e Puma, iniziata nel 2004 e che si è fregiata di due successi storici quali i mondiali 2006 e gli europei 2021. Dal 2023 toccherà ad adidas, rivale storica di Puma: i fondatori delle due aziende sono i due fratelli tedeschi Adolf detto “Adi” e Rudolf Dassler, la cui rottura ha dato vita a un “derby” tuttora molto sentito. Un esempio classico di questa rivalità venne dato dalla storica maglia che adidas realizzò per l’Olanda ai mondiali 1974: Cruyff era testimonial Puma, per cui la sua mitica 14 venne cucita con sole due righe sulle maniche, al posto delle classiche tre, per evitargli di “passare dalla parte del nemico”.
Proprio il tipico design adidas, con le tre iconiche righe sulle spalle, fa pensare a un ritorno a un design più minimal. L’azienda tedesca è già stata sponsor tecnico degli azzurri tra il 1974 e il 1978, ma il suo tipico logo non comparve mai su maglie e pantaloncini, limitandosi alle tre strisce sui calzettoni. Certo, quelli erano anni molto diversi in quanto a marketing sportivo e, nonappena annunciato l’accordo, in Rete c’è stato un autentico diluvio di proposte grafiche, alcune molto disruptive.
Quando adidas esce dai suoi binari classici, produce design altrettanto significativi, come ad esempio le divise che accompagnarono la Germania al successo nei mondiali del ‘90 (e poi replicate graficamente nel 2018) e la Francia a quelli del ’98 (riproponendo lo stile del successo agli Europei ‘84). Curiosamente, entrambe le soluzioni grafiche sono già state replicate sulle maglie azzurre: quella della Nazionale Cantanti, che vi si è dichiaratamente ispirata per le sue divise.
Un altro esempio molto interessante è dato dal kit realizzato per la nazionale azzurra di rugby, che nel 2014 sfoggiava il tricolore sulle classiche tre righe di casa adidas, abbinate allo sfondo azzurro. Una soluzione che, tra le molte possibili, potrebbe rappresentare quella ideale anche per la prossima nazionale di Mancini, che pur essendo reduce dal trionfo azzurro deve far dimenticare due mancate qualificazioni ai mondiali (e due eliminazioni al primo turno). È ora di voltare pagina e anche il look in certi casi aiuta.