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Rocca sbrocca
Coronavirus, DPCM, ovvero “Diamo alla popolazione certezze e miglioramenti”
(fonte Lapresse)

Con fiducia ogni giorno guardiamo i dati relativi alla curva dei contagi nella speranza che ci sia al più presto un calo significativo.  

Con fiducia, poi, ammiriamo il lavoro fatto dai medici e dagli infermieri e di tutti coloro che in prima linea stanno dando la loro vita per salvare più vite possibili che sono i veri eroi, quelli che dovrebbero avere le copertine dei giornali. 

Ma non ce la facciamo più a sentire le polemiche, il virus non ha orientamenti politici, siamo tutti sulla stessa barca, ci vorrebbe solo più efficienza. 

Basta litigare, basta attacchi, tutti hanno fatto il massimo che potevano, le regioni sono state bravissime in prima linea ad affrontare una situazione del genere.

La gente in questo momento ha bisogno di sollievo morale, perché c’è tanta gente che ha tanto tempo per pensare per riflettere, e c’è tanta rabbia che aumenta per l’impotenza, perché si vorrebbe fare di più.

Dobbiamo di certo fare i complimenti a tutti quelli che in una situazione così diversa, così difficile, di cui non si capiva la gravità e l’evolversi velocissimo, si sono impegnati a salvare vite a creare nuovi posti letto in terapia intensiva.

Ma aldilà degli schieramenti, lancio un appello su una cosa su cui ci dovrebbe essere una convinta convergenza della politica: snelliamo i procedimenti amministrativi. Smantelliamo l’eccesso di burocrazia che ci impedisce di essere efficienti e competitivi. 

A tal proposito, rimane assurda la storia dell’assenza di mascherine e dei ventilatori, strumenti vitali per affrontare l’emergenza sanitaria. Il virus non perdona la macchinosità della burocrazia.  Sembra che i tempi di assegnazione degli appalti Consip per la produzione del materiale sanitario in questione, alla fine, si sboccheranno quando l’effettiva emergenza sarà già superata.   

Una distorsione, questa della burocrazia, che forse il Governo avrebbe dovuto superare con dei provvedimenti immediati, anche attraverso un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. 

Un errore così non può essere accettabile perché si ripercuote sulla salute dei nostri cari. Moltissimi medici mi hanno raccontato che a volte mandavano avanti le donne perché si ammalano di meno, in quanto non erano in possesso dei dispositivi giusti o non erano sufficienti i kit per procedere a fare i tamponi al pronto soccorso. 

La farsa delle mascherine, poi, è stata inammissibile. È vero che l’industria privata in Italia è sempre stata più avanti della politica, che è sempre rimasta indietro per lentezza di approccio ma se non si è in grado di fare una pianificazione di alcune settimane, non va bene perché è importante stabilire le priorità e garantire i dispositivi medici a tutti. Anche l’Istituto Superiore della Sanità dovrebbe velocizzare le eventuali conferme perché alcune mascherine dichiarate non adatte per i medici, possono essere utilizzate dai cittadini che devono andare a fare la spesa o in farmacia. Fin dal principio si doveva dare priorità alle autorizzazioni per far arrivare le mascherine per i medici e dare disposizioni chiare sull’uso che si può fare delle varie mascherine in commercio. La cosa assurda è che avevano detto che le forniture di mascherine sarebbero state realizzate con un processo più veloce con i controlli in deroga e invece è diventato più lungo delle certificazioni normali e questo è drammatico quando c’è urgentissima necessità per chi è in prima linea.

Sicuramente un segnale forte, in Italia e per l’Italia, sarebbe proprio quello di eliminare la maggior parte dei ritardi dovuti all’eccesso di burocrazia.  A conti fatti, ci vorranno due anni da quando finirà tutto per rimettere in piedi le imprese italiane. Le persone sono stanche, stufe, vogliono risposte operative, bisogna scavalcare la burocrazia. 

L’ultimo esempio è quello della gestione del sito dell’INPS attaccato dagli hacker, secondo fonti dello stesso Istituto, ma che alla fine come risultato, non è stato in grado di gestire ancora le tante domande di sussidio ricevute. E anche questo si poteva prevedere, evitando figure barbine e sconforto da parte degli interessati.

La gente è in difficoltà morale ed economica quindi va aiutata. 

Troppo tempo è passato da quando ci siamo fermati, penso veramente che il regalo più grande che la politica possa fare in questo momento ai cittadini è ridurre al minimo la burocrazia soprattutto negli interventi che riguardano l’emergenza sanitaria. 

Quando dovremmo ripartire, inoltre, dovremmo tutti farlo in maniera più leggera senza scartoffie inutili, qualcuno dovrà riconvertire il proprio lavoro che forse non servirà più così tanto e qualcuno si dovrà reinventare, ma va fatto con facilità senza avere la difficoltà di combattere, per di più, contro la burocrazia. 

La politica deve prendere dei provvedimenti pratici e concreti per aiutare gli italiani in difficoltà anche per fare la spesa. Dovrebbe, inoltre, istituire fondi per i farmaci o le altre cure che non rientrano nel COVID-19. 

Nei momenti di emergenza, infatti, bisogna agire in emergenza mentre invece la gente ha la sensazione che questa grande macchina burocratica davanti ad un’emergenza così grave che mette a repentaglio la vita umana, come il COVID-19, non si riesca a scollarsi da quelle maglie burocratiche che rallentano il tutto.

Non si possono sempre fare provvedimenti a breve termine. È necessario dare una visione e un programma dello scenario che dia tranquillità per alcuni mesi in modo che il cittadino sia sereno e abbia il tempo di ripartire per cercare di rimettere in piedi la propria attività. Per alcuni mesi bisognerebbe sospendere affitti e bollette, anche perché le saracinesche degli uffici e dei negozi sono tutti chiusi. 

C’è davvero bisogno di meno regole e che tutti possano comprenderle, poi se qualcuno sbaglia si fanno i controlli e si prendono i provvedimenti ma servono meno regole per ripartire. 

In questo momento, inoltre, mi sembrerebbe opportuno interrompere gli aiuti  per la cooperazione internazionale perché la gente deve avere la percezione che i soldi italiani servono all’Italia al proprio paese e mai come in questo momento così deve essere. Tutti i politici devono lavorare solo ed esclusivamente per il nostro paese. 

Non è facile dimenticarsi dei bollettini che vengono trasmetti quotidianamente in tv, con il numero degli ammalati e dei deceduti, siamo angosciati. I politici sembrano sempre invincibili rilassati, ma nessuno è invincibile, dovrebbero dimostrare un po’ di umiltà dovrebbero ascoltare di più la gente.

Sono stati istituiti progetti di assistenza telefonica per tante emergenze: il telefono azzurro, il telefono rosa. Ora, bisognerebbe istituirne uno anche per questa emergenza, per metterlo a disposizione di tutte le persone che ne hanno bisogno. Sono tante le vicende difficili che a volte i giornalisti scovano sul territorio che tutti i giorni vediamo trasmesse dai vari tg, a cui io se fossi un politico mi dedicherei subito andando a verificare e ad agire immediatamente.

È urgente non si può più aspettare devono essere annunciate tutte le misure per tranquillizzare le imprese, i cittadini, e tutti coloro che vivono non solo dell’angoscia del virus, nell’angoscia di veder fallite le proprie imprese, di veder sparire il proprio lavoro, ma anche nell’angoscia di mancanza di decisioni, mancanza di risposte, mancanza di certezza, deve essere fatto tutto in fretta senza ritardi incomprensibili. 

Per concludere, sarebbe più che opportuno che l’OMS intervenga, a nome di tutti gli stati, con un’azione forte verso la Cina chiudendo definitivamente tutti questi mercati in cui si vendono animali selvatici. Ho letto su alcuni giornali che in alcune zone della Cina hanno già riaperto questi mercati quando, piuttosto, andrebbero chiusi per sempre. La smettessero con queste raccapriccianti abitudini sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista del rispetto delle specie animali. Tutti i paesi devono battersi per non far riaprire questi mercati e per far vietare la compravendita di alcune specie di animali che portano malattie. Dopo quello che è accaduto al mondo intero, piegato da un virus nato in un mercato di animali selvatici, vogliamo ancora parlare di riaprire?! 

Penso che tutte le persone che hanno avuto tanto tempo per riflettere mentre erano a casa, quando usciranno dalla quarantena, non si accontenteranno più e pretenderanno, da loro stessi quando andranno a votare, e dagli altri ossia da chi li governerà, di essere più che all’altezza dell’incarico. Qualsiasi ruolo si occupi, da adesso in poi non ci si deve più accontentare della proposta politica meno peggio dell’ultima ora, poiché, ed è sotto gli occhi di tutti, diversamente non v’è certezza di rendere una società migliore. 

 

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