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Rocca sbrocca
#ripartirefacile/ Facciamo tornare a lavorare le donne

La Fase 2 dell’emergenza sanitaria si sta delineando con le prime aperture post weekend pasquale e con le varie ipotesi allo studio per gli step successivi. Ma lancio una provocazione di incoraggiamento: e se fossimo noi donne il punto da cui ripartire? Abbiamo visto che noi donne ci ammaliamo meno, solo il 30% di tutti i contagiati, una percentuale molto inferiore rispetto a quella degli uomini che secondo uno studio dell’OMS hanno, inoltre, il 65 per cento di possibilità in più di essere colpiti dal COVID-19 in maniera letale. Si parla di uno scaglionamento per fasce d’età ma non si affronta neppure la considerazione di far ripartire come prima categoria, con tutte le dovute precauzioni, il mondo produttivo dell’universo femminile.  Io ci starei.

Forse per galanteria di genere del politicamente corretto o per sensibilità precauzionale in momento di emergenza non ci si azzarda a tale ipotesi, almeno non ancora, ma giusto per contezza, non dimentichiamoci che la maggior parte degli assistenti sanitari che stanno con grande coraggio combattendo in prima linea contro il virus sono, per l’appunto, donne.

Voglio fare i complimenti agli italiani che si stanno comportando super bene, il 98% stanno restando a casa, la bravura di resistere che non è facile psicologicamente, per tanti versi, e per tante altre patologie che rendono lo stare in casa difficile anche se penso che la cosa che tormenta tutti in questo momento sia ripartire facilmente. La gente lo capisce se non c’è la volontà di essere tutti insieme sulla stessa barca come ha detto anche il Santo Padre, la conta dei morti è la cosa più grave e la prevenzione la cosa più importante da fare, finché non ci sarà un vaccino, tutti devono ripartire nel modo giusto.

Dal punto di vista politico, considerato il momento storico che stiamo attraversando, tra emergenza sanitaria, crisi economico-sociale in funzione anche di negoziazioni a livello europeo estremamente difficili, il governo Conte, soprattutto per la natura del suo incarico, mi sembra in affanno. Auspicherei, invece, al fine di garantire la giusta convergenza e determinazione politica con  l’obbiettivo “ripartenza”,  ad  un “governo di scopo” come fu il primo governo De Gasperi nel 1945 quando nel primissimo post guerra due figure avversarie a livello ideologico, come Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti si unirono in un momento difficile per l’Italia per un governo di ricostruzione.

In questo caso, mi sembrerebbe perciò adeguato un governo di Unità Nazionale, con tutti i politici che rappresentano il paese, a pensare quali sono le migliori idee, senza egocentrismo, né polemica politica con conseguente propaganda. 

Mi immagino un paese guidato con spirito di umiltà, bisogna avere rispetto per tutto quello che sta accadendo e bisognerebbe entrare nelle case degli italiani in punta di piedi, perché in questo momento sono in grande difficoltà economica e psicologica.

Il loro pensiero va a come pagare le bollette, come pagare la spesa, come arrivare a fine mese, quindi avrebbero già dovuto ricevere buone notizie, si sarebbe già dovuto dire che per sei mesi non si sarebbero pagate le bollette che le tasse venivano rinviate perché certamente non è che il 4 maggio usciamo tutti, ed immediatamente ci si riprende, perché qui l’anno lavorativo è perso!

Bisogna cercare solo di salvare il salvabile e cercare di ripartire bene per l’anno prossimo. Si è parlato di una task force per pensare alla nostra ripartenza.

Spero, intanto, che questi esperti partecipino a titolo gratuito (come molti imprenditori farebbero) o con contributi minimi e non percepiscano super stipendi per senso del dovere per aiutare il nostro paese in un momento grave crisi economica.

Riguardo al comitato tecnico istituito, stimo Vittorio Colao un manager di primo livello però penso che una task force che deve guidare il paese deve avere rappresentanze in tutte le categorie, dai nomi scelti mi sembra che vengano rappresentanti solo i poteri forti e non mi sembra che venga rappresentato il popolo, non vedo nomi  che possano garantire una pluralità di vedute e non vedo una difesa degli interessi più semplici e basilari del popolo italiano. Spero solo che Vittorio Colao non sia stato indicato solo per favorire l’ingresso della tecnologia 5G nel nostro paese. È positivo il fatto che Colao essendo un manager di grandi aziende sappia che ci deve essere un calendario da rispettare nelle aperture in sicurezza, e nondimeno, in una maggiore efficienza nella sburocratizzazione negli interessi del paese e per intervenire con scelte che a livello economico si possono rivelare in un secondo momento dannose per il paese. Non possiamo accettare che non si possa sburocratizzare il paese, molte aziende devono riconvertirsi sennò moriranno, quindi è auspicabile che non debbano ricostituirsi con un nuovo statuto davanti al notaio. Una semplice comunicazione alle autorità o un’autocertificazione deve essere sufficiente, insomma bisogna essere agevolati a ripartire, tutto il paese, gli imprenditori, piccoli medi e grandi hanno voglia di rimboccarsi le maniche, bisogna aiutarli.

E poi, la cosa più importante è avere sul territorio uomini capaci, che sappiano organizzare, pianificare, essere efficienti, dare risposte alle persone, in questo momento non conta il colore politico, alla gente non gliene frega niente vuole solo soluzioni, e basta parole, solo soluzioni immediate, da realizzare immediatamente o con date precise.

Sul fronte internazionale, sono per una volta d’accordo con Trump che ha deciso di sospendere i finanziamenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità in quanto organizzato sulla base di interessi economici, l’OMS ha sottovalutato l’importanza di questo virus, ha mandato gli ispettori in ritardo a fare cosa non si sa, visto che se dovrebbero avere un ruolo di prevenire o di avvertire in tempo reale, non ha senso che arrivino dopo quando ci sono già così tanti danni irreversibili.

Occorre riorganizzare una task force di salute non influenzabile dal potere economico, che deve essere al di sopra delle parti, perché la salute dei cittadini di tutto il mondo deve essere al di sopra di ogni cosa. Tutti sapevano che l’OMS faceva esperimenti a Wuhan e che probabilmente è stata troppo indulgente verso la Cina che sembra abbia nascosto il numero reale dei morti e dei contagiati da coronavirus. A fronte di dati obiettivi, forse gli altri stati sarebbero intervenuti con più attenzione e tempismo. La Cina non ha divulgato notizie di un virus altamente infettivo quale poi si è rivelato, hanno fermato i voli interni ma non quelli per l’estero, non hanno aiutato il mondo a contenere questo virus nato nei loro mercati.

Adesso che vengano a fare i buoni samaritani a portarci le mascherine ed i macchinari sinceramente penso sia il senso di colpa di quello che hanno creato nel mondo e spero, per di più, che le autorità competenti a livello mondiale, quando tutto sarà finito indagheranno su quanto accaduto perché come bisogna fare luce su tante cose nel nostro paese, bisogna fare luce anche su chi può essere condannato per pandemia colposa con un risarcimento economico agli altri paesi per quello che ha causato. Dalla Cina all’Italia, poi è stato un attimo.

Bisognava usare le mascherine ed i guanti dal 31 gennaio, ora tutti hanno imparato a prendere le precauzioni sul lavoro, a fare il distanziamento sociale. Ora bisogna gradualmente ripartire partendo dalle categorie meno a rischio, ricominciare a far girare il lavoro, l’economia piano piano in collaborazione con tutte le regioni, ed i presidenti delle regioni che hanno fatto un grandissimo lavoro in un momento di difficoltà che nessuno poteva prevedere. A secondo del numero che ha ogni regione delle percentuali di contagiati rispetto ai sani, si deve, in collaborazione con il governo, organizzarsi per ripartire.

Spero che tutte le regioni meno colpite riescano a fare tamponi ed esami sierologici per controllare tutti gli abitanti, con l’aiuto dei laboratori privati, con i soldi della protezione civile che sono stati raccolti da noi italiani che Borrelli ogni sera ci quantifica, serve che vengano utilizzati per comprare le mascherine che vanno regalati a tutti, come stanno facendo anche in Spagna dove stanno fornendo mascherine a tutta la popolazione.

Gli italiani sono un popolo diverso dai cinesi, anche l’esigenza di volerci tutti tracciare, capisco sia giusto che un positivo venga tracciato nei suoi spostamenti, ma non possiamo prendere ad esempio gli strumenti di un regime totalitario, noi siamo italiani siamo diversi.

In Cina hanno riaperto i wet market, hanno finalmente vietato la vendita di cani e gatti a scopo alimentare, ma non basta. Personalmente sostengo l’Associazione Animal Equality Italia che fa le indagini e raccoglie le firme per la chiusura di questi mercati, ma anche in Se vogliono vivere in una realtà di globalizzazione internazionale devono assolutamente vietare il traffico e commercio di tutte le specie protette e vigilare in maniera severa sulle condizioni igieniche inesistenti in quei wet market, ci dovrebbe essere un’indignazione mondiale, altrimenti partiranno nuove pandemie, che derivano dal loro modo di agire.

Infine, una considerazione di metodo che però appartiene ad una sfera più intima: i Cinque Stelle dicevano sempre di fare tutto in streaming online. Ebbene, non capisco perché queste riunioni con il comitato tecnico non vengano fatte in streaming, così ché anche la gente potrebbe capire cosa accade, ed essere sicura che è rappresentata. Il governo deve rappresentare prima di tutto umanità e quando uno entra nelle case degli italiani prima di tutto deve mandare le condoglianze a tutti coloro che hanno perso le persone care, dovrebbe esprimere vicinanza a tutti coloro che sono malati e a tutti coloro che hanno malati in famiglia.

A tal proposito, in questo momento dove tutti si stanno mobilitando con messaggi su internet, ho visto una bellissima iniziativa di Cristina Comencini per far sentire la voce delle donne, le donne per l’Europa, per un appello ai governanti attraverso un video che recita così: "Alza la voce insieme a noi: manda il tuo video appello all'Europa contro gli egoismi da coronavirus". Da questa crisi, come dice lei, si esce solo in maniera innovativa, in maniera diversa, pensando alla gente, mettendola al primo posto e non pensando ad interessi e potere economico, cosa che ha già fatto rallentare quello che è l’annuncio dell’epidemia.

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