Coronavirus, in ospedale non vaccinati tra 35 e 80 anni. "Siamo disinformati"
Il direttore di Rianimazione del Gemelli: "Solo una volta qui si pentono, ma magari la malattia è già grave"
Coronavirus, in ospedale non vaccinati tra 35 e 80 anni. "Disinformati"
La variante delta ormai domina in Italia. Il nuovo ceppo del Coronavirus sta facendo aumentare i contagi e anche gli ospedali tornano ad essere sotto pressione. La novità riguarda la tipologia dei nuovi pazienti, si tratta nella quasi totalità di non vaccinati di età compresa tra i 30 e gli 80 anni. "I pazienti che ho avuto in cura e che si sono dichiarati non vaccinati - racconta Massimo Antonelli, direttore del dipartimento di Anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma al Messaggero - si sono mostrati dispiaciuti del loro atteggiamento precedente, ed erano pentiti di non essersi vaccinati o per paura o per disinformazione".
"Sono persone - prosegue Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma al Messaggero - che di fronte alla malattia grave seria si pentono di non essersi protetti. Alla domanda ma lei è vaccinato oppure no? capiscono subito che effettivamente se si fossero vaccinati probabilmente non sarebbero lì, o comunque avrebbero una prognosi sicuramente diversa. Questo ravvedimento è successo, succede e certamente è frequente. Appartengono più frequentemente agli indecisi più che alle persone fermamente convinte - spiega Andreoni - Si tratta per lo più di soggetti avanti con gli anni, ma solo perché statisticamente sono più numerosi. Ma di persone pentite ne abbiamo viste di tutte le età».
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