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Coronavirus
Lockdown dal 9 novembre per 4 settimane. Ecco che cosa resterà aperto
Coronavirus, la zona rossa nel Lodigiano

Il dado è tratto. La curva epidemiologica non accenna a scendere, anzi, continua a crescere. Ci sono cinque Regioni, tra le quali ovviamente la Lombardia e la Campania (ma la situazione Covid-19 è particolarmente grave anche in Umbria), che ormai, quasi sicuramente, andranno in lockdown modello francese per quattro settimane a partire da lunedì 9 novembre.

Il Cts insiste e chiede misure più restrittive rapidamente, soprattutto in alcune zone del Paese, per evitare di tornare all'emergenza di marzo e per cercare di frenare la continua crescita di ricoveri soprattutto in terapia intensiva. A Roma, al ministero della Salute e anche a Palazzo Chigi, al momento preferirebbero una chiusura a macchia di leopardo, concentrata quindi sulle aree più colpite dalla seconda ondata del coronavirus.

Le Regioni più bersagliate dal Covid-19, Lombardia e Campania in testa, premono invece per restrizioni che riguardino tutto il territorio nazionale. Alla fine la decisione sarà politica e tutto dipenderà dall'andamento dei positivi e dei ricoveri nei prossimi giorni.

Che sia per tutta Italia o per almeno cinque Regioni, il secondo lockdown dovrebbe essere molto simile a quello entrato in vigore oggi in Francia: aperte le scuole fino alle medie (didattica a distanza al 100% per le superiori), aperti uffici, aziende, supermercati e farmacie. Smart working più alto possibile nella Pubblica Amministrazione e forte invito alle imprese private a favorire al massimo il telelavoro. Chiusi tutto il giorno, e non più dalle 18 come è adesso, bar, ristoranti e pizzerie (consentito solo l'asporto). Rischio saracinesca abbassata anche per i parrucchieri, graziati dall'ultimo Dpcm del premier Giuseppe Conte.

Un altro punto chiave sarà il ritorno dell'autocertificazione per poter circolare, già in vigore adesso in Lombardia dalle 23 alle 5, e che sarà necessaria per l'intera giornata, proprio come in primavera. In sostanza, si potrà uscire di casa solo per lavoro, motivi sanitari e comprovate ragioni di necessità. Molto probabile anche la chiusura dei confini regionali e il divieto di recarsi nelle seconde case. Su questo punto potrebbe anche esserci una chiusura parziale relativamente alle città metropolitane di Milano e Napoli, lasciando per ora aperta la circolazione nelle altre zone del Paese.

Garantiti i servizi di assistenza e di cura per le persone (soprattutto minori e bambini) con disabilità, proprio come ha fatto Macron in Francia e per evitare la grave discriminazione subita con il lockdown di marzo-aprile. Allo studio, qualora la chiusura fosse per tutta Italia, anche il divieto di lasciare il proprio comune di residenza se non per motivi di lavoro, salute e necessità. Previsto anche un rafforzamento dei controlli da parte delle forze dell'ordine e un inasprimento delle sanzioni.

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