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Coronavirus
Onu: effetti economici più devastanti del Covid stesso. 1 miliardo in povertà

“L’impatto socioeconomico della pandemia è più devastante della malattia stessa”, ha spiegato di recente David Beasley, Direttore esecutivo del World Food Programme dell’Onu. Beasley: “Nei Paesi a basso e medio reddito, molte persone che fino a pochi mesi fa, anche se povere, riuscivano ad andare avanti, ora si trovano con i mezzi di sussistenza distrutti. Le rimesse inviate dall’estero alle famiglie a casa si sono prosciugate, causando difficoltà immense. Il risultato è che i livelli della fame sono schizzati alle stelle nel mondo”.

Il mondo globalizzato è interconnesso, nessuno è davvero autonomo e le azioni messe in moto in un luogo si riversano sugli altri e viceversa, procurando accelerazioni globali prima inimmaginabili.

Gli effetti della pandemia da Coronavirus potrebbero addirittura sentirsi su 10 anni e spingere altri 207 milioni di persone nel mondo in condizioni di estrema povertà. Secondo un nuovo studio del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) il virus porterà il numero totale di persone estremamente povere a più di un miliardo entro il 2030.

Nello studio c’è uno scenario base che si muove sui normali tassi di mortalità, senza Covid in pratica, indicati dal Fondo monetario internazionale, secondo il quale vi sarebbero state comunque 44 milioni di persone povere in più entro il 2030. Poi c’è uno scenario "High Damage": prevede che l'80% della crisi economica indotta da Covid persista per 10 anni a causa della perdita di produttività dell’economia mondiale, impedendo un pieno recupero della traiettoria di crescita prevista prima della pandemia.

Il Covid avrà effetti multidimensionali e interesserà una gamma di settori mai interessati in precedenza. Tuttavia, lo studio rileva che se nel prossimo decennio vi fossero una serie mirata di investimenti sostenibili in tema di protezione sociale/welfare, governance, digitalizzazione, economia verde potremmo anche invertire la tendenza e cambiare il corso delle cose, ricordandoci che i poveri comunque aumentavano di numero anche prima del virus.

"La pandemia è un punto di svolta", secondo l'amministratore UNDP Achim Steiner; una svolta per i leader mondiali che potrebbero condurre il mondo in direzioni completamente diverse dalle attuali, con investimenti mirati che migliorano l’efficacia ed efficienza delle governance. Scenario tutto da costruire e difficile da immaginare oggi, vista l’impreparazione generale e che governi come quello italiani erano privi anche di un minimo piano pandemico per contrastare il virus, altro che governance!

La globalizzazione economica partita dagli anni ’50 del secolo scorso ha trasformato il mondo, migliorando la vita di milioni di persone ma anche la natura della stessa vita con processi disomogenei tra Paesi, favorendo le migrazioni di massa dalle periferie alle città, trasformando la natura del lavoro e sempre più virtualizzando il fare. E’ ipotizzabile che il processo di finanziarizzazione dell’economia e di distanza tra gli esseri umani cresca anche dopo la stagione del Covid.

Ma "abbiamo l'opportunità di investire in un decennio di azioni che non solo aiutano le persone a riprendersi dal Covid-19, ma che ripristinano il percorso di sviluppo delle persone e del pianeta verso un futuro più equo, resiliente e verde", ha spiegato Steiner.

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