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Cronache
Con un positivo classe in quarantena. Ricciardi: “Riapertura non scontata”

Coronavirus, scuola: cosa succede in caso di contagio

Dopo mesi di assenza forzata, gli studenti torneranno a scuola il 14 settembre. Nel frattempo i presidi, in attesa del pronunciamento del Comitato tecnico scientifico che si riunisce il 19 agosto, si portano avanti e redigono un vademecum per l’inizio dell’anno scolastico con le linee guida del Protocollo di sicurezza del ministero dell’Istruzione. Al suo interno c’è anche la previsione di un locale interno ad ogni scuola per l’accoglienza degli eventuali casi sintomatici di Coronavirus. 

Se un alunno verrà trovato positivo, come riportato da Repubblica, scatterà in ogni caso la quarantena per chi ha avuto contatti stretti con lui nelle 48 ore precedenti e prima dell’inizio dei sintomi.

Se un giovane sta male a lezione si avverte il referente scolastico, che contatterà subuto i genitori. Intanto l’alunno viene portato nella stanza di isolamento che va  allestita in ogni scuola. Se ha più di  6 anni deve indossare la mascherina chirurgica e con lui deve restare un adulto, sempre con mascherina e a distanza. Si sanifica la stanza appena i genitori allontanano il figlio. A loro spetta chiamare il medico di famiglia, o il pediatra, che a sua volta avverte la Asl, chiedendo il tampone. 

Se il test è positivo "si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni per la sanificazione straordinaria della struttura scolastica", è scritto nel documento ‘Indicazioni per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia’. A quel punto il referente darà al dipartimento di prevenzione "l’elenco dei compagni di classe nonché degli insegnanti del caso confermato che sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi". I contatti stretti individuati "saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato". La Asl deciderà se fare uno screening al personale scolastico. Se la classe, o una parte di questa, dovrà restare a casa scatterà la didattica a distanza, che sarà attivata anche se la quarantena riguarda uno o più docenti.

Scuola, Ricciardi: riapertura a settembre non è scontata  

Se nei prossimi giorni il numero dei contagi continuerà a crescere, "c'è un problema serio" da affrontare. Non è ipotizzabile sono "la chiusura di aree con focolai", ma addirittura che "non riaprano le scuole". Tutto "dipenderà dal comportamento responsabile delle persone". Lo dice in una intervista al Messaggero Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene generale e applicata all'Università Cattolica di Roma. "La problematicità - dice - è diffusa su tutto il territorio nazionale. Non c'è nessuna zona che parte avvantaggiata o svantaggiata. Tutto dipenderà dalla capacità che avranno i territori e le autorità sanitarie di intercettare e circoscrivere i focolai. Naturalmente, ogni sviluppo futuro dipenderà soprattutto dal comportamento delle persone". "Non c'è nessuna parte del territorio nazionale che oggi è immune. Tutte quante le regioni sono vulnerabili e a rischio e ripartono da una condizione simile. Forse le uniche ancora svantaggiate dalla situazione precedente sono la Lombardia, il Veneto e, in parte, l'Emilia Romagna. Queste tre Regioni continuano ad avere dati peggiori rispetto al resto d'Italia". 

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