Garlasco, Lovati sorprende a Mattino Cinque: “Lo scontrino è carta straccia”. E poi lascia intendere altri risvolti - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 16:22

Garlasco, Lovati sorprende a Mattino Cinque: “Lo scontrino è carta straccia”. E poi lascia intendere altri risvolti

Nuovi scenari sul caso Garlasco e pressioni su Sapone. Ecco cosa è successo in puntata

La puntata di Mattino Cinque andata in onda questa mattina ha riportato al centro dell’attenzione il Caso Garlasco, uno dei dossier giudiziari più intricati e seguiti d’Italia. Federica Panicucci ha condotto un confronto serrato tra testimonianze, ricostruzioni e nuovi dubbi, mentre gli ospiti in studio hanno mostrato con chiarezza che la vicenda è tutt’altro che vicina a una conclusione.

A innescare il dibattito è stato un tema noto all’opinione pubblica: lo scontrino utilizzato all’epoca come presunto alibi di Andrea Sempio, ora nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. L’avvocato Fabrizio Gallo, legale di Massimo Lovati, ha ribadito che quel documento non è mai stato un elemento decisivo, sottolineando come il suo assistito fosse addirittura contrario alla sua consegna nel 2016. Ma il vero colpo di scena è arrivato qualche minuto dopo, quando Lovati — collegato telefonicamente — ha spezzato ogni possibile interpretazione:

“Lo scontrino è fatto di carta. Non è un alibi, non serve a nulla. È carta straccia”.

Una frase netta, che ha lasciato lo studio in un silenzio denso di domande e che sembra aprire lo scenario di un’indagine pronta a prendere una direzione diversa da quella immaginata negli ultimi mesi.

Parallelamente, Gallo ha affrontato il nodo più enigmatico delle ultime settimane: il ruolo dell’ex carabiniere Silvio Sapone e quelle telefonate che, secondo gli inquirenti, non avrebbero dovuto esistere. “Sapone deve dire la verità — ha affermato — perché lo smentiscono gli elementi oggettivi. Se ammette di aver conosciuto gli Sempio, lo scenario cambia”.

Parole che Panicucci ha raccolto subito con una domanda diretta:
“Significa che entro la settimana potremmo avere un nuovo indagato?”
Gallo non ha confermato, ma non ha nemmeno smentito:
“Lo sta dicendo lei.”

Spazio poi alla metafora del famoso “coniglio dal cilindro”, usata nei giorni precedenti da Lovati e interpretata da alcuni come la previsione dell’arrivo di un nuovo elemento, forse una persona coinvolta nella consegna dei documenti o dello scontrino. Ma lo stesso avvocato ha chiarito:
“È solo una metafora. La mia paura è che dopo sei mesi spunti un indizio dal nulla.”

Un timore che riflette la tensione attorno a un’indagine in cui ogni dettaglio potrebbe cambiare gli equilibri.
E mentre Brescia continua a lavorare sulle presunte corruzioni che avrebbero portato all’archiviazione di Sempio nel 2017, la sensazione è quella descritta da Bruno Vespa nei giorni scorsi:
“Siamo solo all’inizio di questa storia.”