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Garlasco, Panicucci in diretta: “Stasi condannato senza DNA”. E una nuova intercettazione riaccende i dubbi
Dibattito acceso a Mattino Cinque sul caso Garlasco: Panicucci sbotta sul DNA di Stasi. Poi l’ascolto dell’intercettazione e la commozione di Brindisi

Il caso Garlasco torna ancora una volta al centro della scena televisiva e lo fa con toni accesi, scontri verbali e un momento emotivo che ha spiazzato lo studio. La puntata di Mattino Cinque si è trasformata in un confronto serrato sulle nuove analisi del DNA attribuite ad Andrea Sempio e sulle conseguenze che potrebbero avere sull’impianto processuale che ha portato alla condanna di Alberto Stasi.
Il dibattito entra subito nel vivo quando l’avvocato Gallo sottolinea il peso della perizia Albani:
«La difesa sa bene che questa perizia peserà, quindi fanno bene a fare un nuovo summit».
A rincarare la dose è Giuseppe Brindisi, che parla apertamente di preoccupazione nelle difese:
«Tutte queste dichiarazioni di sufficienza – “la perizia vale zero”, “finirà tutto in nulla” – mi sembrano un modo per coprire le insidie che questa inchiesta su Sempio nasconde».
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Dopo un servizio in cui l’avvocato Cataliotti minimizza il valore delle tracce attribuite a Sempio, ipotizzando contatti indiretti come l’uso di un telecomando, Brindisi replica con decisione:
«La perizia Albani parla di tracce su due mani, è scritto nero su bianco. Chi usa un telecomando con due mani?».
Sul punto interviene anche Zurlo, che riconosce il peso della perizia ma chiede un dettaglio ulteriore:
«Non è un parere di un consulente, è una perizia. Non vale zero, semmai cercheranno di portarla a zero. Ma dobbiamo sapere su quali dita sono state trovate le tracce».
La discussione si accende e, tra le sovrapposizioni, Zurlo sbotta:
«Se volete facciamo anche la sentenza in 20 secondi. Io però voglio sapere su quali dita c’era il DNA».
È a questo punto che Federica Panicucci interviene in modo netto, rompendo l’equilibrio dello studio:
«Io voglio sapere perché il DNA è sotto le unghie di Chiara, non sotto quali unghie. Dici che se è sull’indice allora l’ha uccisa e se è sul mignolo no? Scusate ma lo devo dire: Alberto Stasi è stato condannato senza il suo DNA sul corpo di Chiara».
L’intercettazione e il momento emotivo
Il clima cambia radicalmente quando viene fatta ascoltare una vecchia intercettazione telefonica di Stasi, datata 23 agosto 2007, già mandata in onda da Quarta Repubblica. La voce del ragazzo, a dieci giorni dall’omicidio, risuona in studio:
«Peggio di così non poteva andare… la persona sbagliata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Però sono innocente».
Le parole colpiscono profondamente Giuseppe Brindisi, che fatica a trattenere l’emozione:
«Normalmente, ascoltando intercettazioni, cercheremmo un’ammissione o qualcosa di sospetto. Qui non sento nulla di tutto questo. Sento queste parole e mi si stringe il cuore… scusate», dice abbassando la testa e asciugandosi gli occhi.
La conduttrice interviene con tono empatico:
«Lo so, succede a tutti noi. Ti capiamo, Brindisi».
Un momento di silenzio che chiude uno dei passaggi più intensi e discussi dell’intera puntata.
