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Cronache
Gino Cecchettin nel frullatore mediatico. Lucarelli: "Parabola sconcertante"
Gino Cecchetin e Selvaggia Lucarelli

Gino Cecchettin da Fazio, Selvaggia Lucarelli: "Parabola sconcertante"

"Assisto con sconcerto a una parabola che non avevo previsto, e cioè alla malsana idea del padre di Giulia Cecchettin, Gino, di tradire una sorta di promessa iniziale, e cioè di non trasformarsi nel volto di una storia ma di offrire un megafono alla voce di tutte le storie. Perché era di questo che ci aveva convinte, all’inizio. Lui e sua figlia Elena avevano scelto di non usare i microfoni voraci delle prime ore per ringhiare e giurare vendetta, ma per parlare di un tema politico e universale. Per parlare di patriarcato. E non hanno usato quel microfono neppure per puntare il dito sul mostro e accusare la famiglia del mostro di qualche imprecisata complicità".

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Selvaggia Lucarelli sulle pagine del Fatto Quotidiano dedica un lungo articolo a Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la ragazza uccisa per mano dell'ex ragazzo Filippo Turetta, contestando di fatto la decisione dell'uomo di fare il suo ingresso nel piccolo schermo, intervenendo questa sera al programma condotto da Fabio Fazio "Che tempo che Fa". Il padre, diventato simbolo della lotta alla cultura patriarcale- secondo Lucarelli- rischia così di finire nel "frullatore mediatico" e "politico". 

"Il frullatore mediatico, scrive Lucarelli, sta lentamente frullando anche lui, la sua famiglia. La sua voce era diventata piazza, cortei, spazi su giornali e tv dedicati al patriarcato mai visti prima. Ed era giusto così, che quel suo megafono fosse diventato microfono per tante voci autorevoli, soprattutto femminili, che in questi anni si sono dedicate a temi scomodi, spesso considerati futili o pretestuosi. Voci di chi ha studiato il patriarcato, perché per parlare di questi temi, non perdendo autorevolezza e senza lasciarsi cogliere impreparati da chi non aspetta altro, serve cultura. E invece sono iniziate le lusinghe di tv, giornali, giornalisti", sottolinea Lucarelli. 

"Cecchettin ha aperto la porta della camera della figlia a Veltroni e ai fotografi, poi sono arrivati gli audio di Giulia a Chi l’ha visto?, poi gli screen dei messaggi di Turetta alla sorella, poi la nonna di Giulia promuove un suo libro che “Giulia stava leggendo”, poi Gino Cecchettin che “Mi prendo una pausa dal lavoro, sto pensando a un impegno civico” con tanto di annuncio pubblico ai colleghi su Linkedin. Infine, la notizia della sua presenza da Fabio Fazio", continua l'opinionista. "Ovviamente, siccome lo storytelling classico prevede che non appena decidi di infilarti in questo genere di frullatore qualcuno vada a caccia dei tuoi scheletri nell’armadio, sono spuntati dei recenti tweet di Cecchettin a sfondo sessuale non proprio edificanti e c’è da scommettere che l’operazione di character assassination sia solo agli inizi".  E così- conclude Lucarelli, "la sensazione è che un uomo armato delle migliori intenzioni sia finito nell’elica del frullatore mediatico e, ancor peggio, politico. E che la politica e la tv, ancora una volta, cerchino di appropriarsi di facce e storie, anziché del valore pedagogico che quelle facce e quelle storie dovevano rappresentare". 

 

 

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