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Cronache
Il video rap da milioni di visualizzazioni e X Factor. L'insolito passato del killer di Sharon Verzeni

Chi è Moussa Sangare, l'insolito passato del killer di Sharon Verzeni

Moussa Sangare, originario della provincia di Milano e figlio di genitori maliani, aveva sogni che vibravano al ritmo del rap e dell'ambizione musicale. Cresciuto in un piccolo paese dell'Isola Bergamasca, ha cercato di farsi strada nell'ambiente musicale partecipando persino ai provini di X Factor, dove è stato eliminato agli ultimi turni dei Bootcamp. La sua passione per la musica è documentata da foto con altri rapper in erba, e persino da una partecipazione in un video musicale del rapper Izi nel 2016, che ha accumulato milioni di visualizzazioni.

Nonostante i sogni di gloria, la vita di Moussa è stata segnata da difficoltà personali e familiari. La perdita precoce del padre e le condizioni di salute della madre hanno influito notevolmente sulla sua stabilità emotiva e comportamentale. Queste sfide si sono aggravate nel tempo, portandolo a confrontarsi con episodi di violenza, principalmente diretti verso i membri della sua famiglia. Questi conflitti hanno culminato in denunce formali da parte delle donne della famiglia nel periodo tra giugno 2023 e marzo 2024.

LEGGI ANCHE: Omicidio Sharon, parlano i due testimoni: "Così abbiamo fatto arrestare il killer"

La comunità locale, inclusi vicini e conoscenti come il titolare della pizzeria Le Piramidi, lo ricordano come una persona non intrinsecamente violenta. Ayman Shokr, il pizzaiolo, testimonia di averlo visto poco prima degli eventi tragici, apparentemente tranquillo. Prima della pandemia di Covid-19, Moussa aveva persino tentato di costruirsi una vita in Inghilterra, lavorando come lavapiatti, prima di fare ritorno in Italia.

Il profilo emergente è quello di un giovane uomo segnato dalla delusione e dalla difficoltà, il cui talento e le aspirazioni iniziali sono stati oscurati da circostanze personali e da scelte disperate. La sua storia ha preso una svolta drammatica con l'omicidio di Sharon Verzeni e le successive rivelazioni sulla sua preparazione e gli strumenti di violenza in suo possesso, suggerendo una possibile premeditazione come sottolineato dal procuratore aggiunto durante una conferenza stampa. La complessità del suo caso è evidenziata dalla richiesta del suo avvocato di indagini approfondite sul suo stato mentale, in un tentativo di comprendere appieno le dinamiche dietro le sue azioni estreme.

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