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Cronache
Inondazione Sicilia e climate change: "Il 18,6% dei Beni Culturali a rischio"
I danni causati dall'alluvione nel centro storico di Catania (Lapresse)

L'inondazione in Sicilia e la sempre maggiore frequenza delle tempeste mediterranee preoccupano gli esperti di clima: “In Italia il 18.6% dei Beni Culturali è in aree a rischio frana"

Le drammatiche immagini dell'inondazione a Catania stanno sconvolgendo l'opinione pubblica e gli scienziati lanciano un allarme, l'ennesimo, sul cambiamento climatico.
 


Endro Martini (geologo Presidente Italy Water Forum): "Tante parole, pochi fatti"

“Ancora una volta tempeste mediterranee che si ripetono con maggiore frequenza. Sta cadendo troppa acqua a distanza di due mesi quando invece avevamo poca acqua, dunque siccità. Vedere città in pianura dove le grandi strade principali diventano dei fiumi significa che abbiamo sistemi fognanti che non sono più in grado di ricevere questa massa d’acqua. Grandi progetti, grandi parole, risorse europee, PNRR, ma non si riesce ad aprire un cantiere. Ed inoltre abbiamo ancora chi durante un forte temporale scende nel garage per salvare la macchina o pretende di passare sotto un ponte, una linea ferroviaria. Italia candidata a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua per ridare centralità a questi temi”.  

Giovanni Selli (Presidente del Centro Studi – Alta Scuola – sulla manutenzione dei Borghi): “Necessario promuovere lo sviluppo sostenibile"
  

“Attenzione perché i cambiamenti climatici potrebbero accentuare il rischio idraulico anche a danno del patrimonio culturale del Paese.  L’Italia vive anche sui propri Beni Culturali e ben il 18.6% di questi sono in aree a rischio frana.  E non parliamo di singoli monumenti, ma anche di interi Borghi storici come Orvieto, Civita di Bagnoregio, Volterra, Todi; centri che meritano un interesse sempre nuovo per evolversi in Borghi sempre vivi in una piena Sostenibilità ambientale. Gli eventi di Catania sono ulteriore testimonianza dei cambiamenti climatici. E’ necessario pensare ad una pianificazione del futuro basata sulla sostenibilità e sull’adeguamento. L’opportunità data dal PNRR deve essere proprio questa: una convergenza di risorse affinché la Resistenza e la Resilienza sia occasione di trasformazioni strutturali che diano reale capacità alla nostra Nazione di reagire ed adattarsi agli inevitabili cambiamenti climatici odierni, costruendo un futuro di mitigazione e riduzione delle emissioni dannose e di sfruttamento delle risorse”. 
 
“Alla luce anche degli eventi legati all’attualità – ha proseguito Selli – sosteniamo con forza la candidatura dell’Italia a sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua del 2024 in quanto rappresenterà una delle ultime opportunità per il Mondo per arrivare ad un accordo su temi importanti come cambiamenti climatici e rilancio della risorsa acqua”.


Endro Martini (geologo e Presidente di Italy Water Forum 2024): "Troppa acqua a due mesi dalla... poca acqua"
 


“Ancora una volta tempeste mediterranee che si ripetono con maggiore frequenza. Sta cadendo troppa acqua a distanza di due mesi quando invece avevamo poca acqua, dunque siccità. Il clima è cambiato e non si può più discutere sui cambiamenti climatici e bisogna cambiare anche l’atteggiamento verso questi fenomeni. Abbiamo assolutamente necessità di fare qualcosa prima per rendere il territorio resiliente, adattare le città. Vedere città in pianura dove le grandi strade principali diventano dei fiumi significa che abbiamo sistemi fognanti che non sono più in grado di ricevere questa massa d’acqua. Grandi progetti, grandi parole, risorse europee, PNRR, ma non si riesce ad aprire un cantiere e a mettere in atto il famoso piano di contrasto al dissesto idrogeologico. Non si può pensare che ad esempio per un Bacino idrografico come nel Distretto del Po si possano stanziare 200 – 300 milioni di euro o ancora 40 milioni di euro per l’Italia centrale".

"Abbiamo assolutamente necessità di un cambiamento, di un atteggiamento nuovo e di uno sforzo del Governo perché la Protezione Civile Nazionale sta facendo il massimo, i Sistemi di allerta ci sono, i preavvisi arrivano ma nell’ultimo miglio abbiamo la necessità anche di educare le persone a convivere con questi rischi. Pochi giorni fa abbiamo avuto “Io non Rischio” con manifestazioni in tutta Italia ma abbiamo ancora chi durante un forte temporale scende nel garage per salvare la macchina o pretende di passare sotto un ponte, una linea ferroviaria. Necessita un atteggiamento nuovo, educazione, prevenzione. Dunque è anche per questo che l’Italia si candida ad essere sede del Decimo Forum Mondiale dell’Acqua perché ridaremo centralità nuovamente a questi temi, rilanciando in modo forte la risorsa acqua in tutti i suoi aspetti. L’Italia è il Paese dove in questo momento c’è un modello di pre - allertamento che sta facendo scuola nel Mondo, dove c’è una Protezione Civile che è vera eccellenza, è il Paese delle importanti invenzioni idrauliche, degli Acquedotti Romani, del genio di Leonardo, del messaggio di San Francesco proprio sulla risorsa acqua. L’acqua come stiamo vedendo in queste ore costituisce una minaccia se non governata e regimentata ma l’acqua è soprattutto una risorsa per la vita”.
 

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