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Cronache
Io volevo ucciderla: il nuovo libro del criminologo Adolfo Ceretti
Adolfo Ceretti

Io volevo ucciderla, il nuovo testo dei criminologi Adolfo Ceretti e Lorenzo Natali

I recenti fatti di cronaca nera, a partire dalla strage di Varese che ha visto Alessandro Maja uccidere la moglie e la giovane figlia, obbligano a esplicitare una nuova forma di criminologia volta all’ascolto del reo. Questo è l’approccio interazionista radicale proposto nel libro intitolato “Io volevo ucciderla” di Adolfo Ceretti, professore ordinario di Criminologia e scienze forensi e docente di Mediazione reo-vittima e Lorenzo Natali, professore associato di Criminologia.

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In questo testo scritto a quattro mani, edito Raffaello Cortina, i due docenti dell’Università Bicocca di Milano si pongono una domanda incredibilmente complessa, capace di travalicare i confini dei più tradizionali principi moralisti sedimentati nella nostra società: perché dare voce al carnefice? La comunità e i nostri valori ci imporrebbero di isolare queste figure, fargliela pagare portandoli a ripiegarsi su loro stessi e a chiudersi nel loro silenzio. La complessità della contemporaneità in cui viviamo ci chiede di più, ci chiede minore superficialità, ci chiede di andare a fondo nell’analisi e nell’indagine della psicologia umana. Ci impone di percepire e cogliere la doppia connotazione della violenza, quella rivelata nell’obiettività dei tassi di omicidio e quella che scorre nell’esperienza individuali di rei e vittime.

Questo è ciò che fanno Ceretti e Natali in “Io volevo ucciderla”. I due criminologi intessono un dialogo con una donna omicida, una figura che li guida nel flusso dei ricordi della sua infanzia, dei legami familiari, degli incontri, per dare un possibile senso al suo gesto estremo. Si genera uno spazio dialogico tra i tre soggetti dialoganti, una scena intima e sociale al tempo stesso, nella quale la cosmologia violenta della donna si concretizza.

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