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Conclave e fumata bianca: ecco come da 111 anni si annuncia il Papa. Ma la prima volta fu un flop totale...
utto pronto per il Conclave e il post: la stufa, anzi, le stufe sono già in posizione, pronte per svolgere il loro ruolo di segnalazione

Il Conclave e la fumata bianca
Dopo la giornata di ieri, dedicata al riposo e alla riflessione (e certo i contatti tra i cardinali non saranno affatto mancati), oggi in Vaticano il Conclave si è fatto più vicino e, con esso, la sua atmosfera d’attesa. È stato infatti montato quello che, per qualche giorno (o forse per il solo pomeriggio del 7 maggio, chissà) sarà il comignolo più scrutato al mondo, ossia il comignolo che dalla Cappella Sistina disperderà nell’aria le schede votate dagli elettori in Conclave e, insieme ad alcuni coloranti, annuncerà al mondo l’elezione o meno del successore di Papa Francesco. La stufa, anzi, le stufe sono già in posizione, pronte per svolgere il loro ruolo di segnalazione.
La stufa del 1939
Va detto, innanzitutto, che le stufe sono due: la prima è del 1939 e porta impresse le date dei Conclavi in cui ha servito (1939, 1958, 1963, 1978, 2005, 2013 e ora 2025); al suo interno vengono bruciate le schede votate e scrutinate, che vengono infilzate con un ago e “cucite” assieme con un filo. Mentre in passato si mettevano coloranti dentro questa stufa per annunciare la fumata nera o bianca, e quindi l’esito negativo o positivo dello scrutinio, dal 2005 alla stufa storica è stata aggiunta una seconda stufa che brucia il colorante apposito, nero o bianco, e funziona elettronicamente “potenziando” a livello visivo quello che esce dal comignolo più famoso del mondo. Va detto che, in effetti, nel primo Conclave del 1978 la stufa tradizionale non riuscì a segnalare a dovere la fumata bianca: uscì un fumo grigiastro, peraltro messo in difficoltà dal sole che stava tramontando, e per qualche minuto in Piazza San Pietro quel 26 agosto si diffuse lo sconcerto: era nera o era bianca quella fumata? Il Papa c’era o no? Poi l’annuncio ufficiale della Radio Vaticana chiarì tutti i dubbi: Albino Luciani, Giovanni Paolo I, era stato eletto. A posteriori, quando morì dopo 33 giorni appena di regno, ci fu chi vide in questo fumo grigio cattivo presagio.
La prima fumata fu una delusione
La prima fumata è del 1914: in quel Conclave, che il 3 settembre vide Giacomo Della Chiesa diventare Papa col nome di Benedetto XV, il comignolo non bucava il tetto della Sistina: “Stamane chi ha assistito all’ultima funzione funebre nella Cappella Sistina, gremita di porporati, prelati, diplomatici e invitati ha notato che ad uno dei finestroni a sinistra, il primo entrando, è stata tolta la vetrata ed è stata applicata una tavola con un buco circolare, ove sarà applicato un tubo, che porterà fuori, verso piazza Rusticucci, la fumata”. Così La Stampa di lunedì 31 agosto. E il 2 settembre il quotidiano piemontese (bellissimo il suo archivio online, www.archiviolastampa.it), informa: “Verso le ore 11, hanno cominciato a formarsi in piazza San Pietro piccoli gruppi di curiosi che tenevano gli occhi rivolti verso l’alto e sottile caminetto detto delle fumate. La gente, che si è venuta radunando sulla piazza, si mette all’ombra dalla parte della caserma dei vigili, e del portico di Carlo Magno. Tutti tengono gli occhi in aria, aspettando il fumo come una liberazione. Vi è un migliaio di persone. Si vede invece un magnifico cielo azzurro, nell’odierna splendida giornata d’estate. Alle ore 11.35 una prima, sottile spira di fumo si innalza, là dove tutti gli occhi della folla sono fissi. È la prima fumata, la folla crede che sia anche l’ultima: il Papa dovrebbe essere già eletto. Allora da tutte le parti è un accorrere verso San Pietro per assistere alle preghiere.
Quattro minuti dopo, alle 11.39, una seconda fumata, più forte, richiama l’attenzione del pubblico. Sono le fumate derivanti dalla bruciatura delle schede degli scrutini di stamane”.
Il comignolo ha attirato gente sin dall’inizio
E nel pomeriggio: “La folla che subito dopo le sfumate antimeridiane aveva preso d’assalto tutti i mezzi di trasporto immaginabili per tornare in città, ha nuovamente affluito in Piazza San Pietro verso le 16. Dalle 16 alle 18 i tram, le vetture private e pubbliche, le automobili, hanno portato in Piazza San Pietro non meno di 40.000 persone che si ammassavano sul lato sinistro della vastissima piazza attendendo che dal tubo del caminetto della Cappella Sistina, divenuto il punto di mira di tutti gli sguardi ansiosi ed attenti, uscisse la sottile nuvoletta di fumo dal cui colore si può… arguire l’habemus pontificem o il rinvio a domattina, e quindi altr lunghe ore di attesa”. Alle 18.32 il fumo esce: è poco e sembra bianco, ma alle 18.37 il fumo nerastro sale verso il cielo. Niente da fare.
Intanto, però, il comignolo della Sistina è diventato famoso: il 3 settembre al mattino, scrive ancora La Stampa, alle 11 uno sbuffo di fumo bianco. Poca cosa, pochissima ma è inequivocabilmente bianco. La gente inizia ad andare in visibilio: alle 11.07 ancora “due buffetti di fumo”, finalmente: “Alle 11.25 precise il finestrone centrale della Basilica si apre, la folla diventa muta. I trams lontani sono fermi. La vasta piazza, nella gloria del sole infocato, è diventata silenziosa. Pare che solo la voce del capo dei diaconi abbia il diritto, un diritto sovrumano, di rompere quel silenzio di migliaia e migliaia di animi trepidanti nell’attesa. I servitori in pochi minuti hanno disposto sulla balaustrata del finestrone, un vastissimo e ricchissimo drappo di raso, a fondo bianco, su cui vi è il simbolo della dignità papale, le chiavi e il triregno, con lo stemma di Pio IX, orlato di raso e frangia”. Poco prima delle 11.30 di quel giorno ormai lontano, l’annuncio: abbiamo il Papa, è Benedetto XV.
Insomma, diciamo che il sistema è stato perfezionato nell’arco di questi 111 anni: inoltre, nel tempo si è disposto che alla fumata bianca dovranno suonare a festa le campane di San Pietro per dare conferma a tutto il popolo in attesa in Piazza. È tutto pronto: manca solo, ormai, che ancora una volta, il 7 maggio 2025, dalle 16.30 in poi gli occhi del mondo si puntino su quel comignolo. E chissà che non venga qualche gabbiano a portare la notizia dell’elezione, come fu nel 2013 per Papa Francesco...