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Cronache
Mafia, "pentita" ma trafficava droga: 85 arresti a Partinico

C' è anche la collaboratrice di giustizia Giusi Vitale, da poco estromessa dal programma di protezione, tra gli 81 arrestati all'alba di oggi dai Carabinieri a Partinico (Palermo). L'ex capomafia della famiglia 'Fardazza' in passato aveva dato un contributo importante per raccontare i retroscena di Cosa nostra. Secondo l'accusa, corroborata dalle intercettazioni, la donna avrebbe gestito un imponente traffico di cocaina dalla località segreta dove viveva, d'accordo con i parenti in Sicilia. Avrebbe acquistato la droga dai Casamonica e in Calabria. 

Tra i destinatari delle 85 misure cautelari nel blitz "Gordio" dei carabinieri e della Dia di Palermo che hanno colpito il mandamento mafioso di Partinico c'è anche un agente di Polizia penitenziaria. L'uomo, in servizio presso il carcere Pagliarelli di Palermo, è accusato di corruzione aggravata ed è ai domiciliari. Avrebbe favorito le comunicazioni all'esterno di Francesco Nania, tratto in arresto per associazione mafiosa nel febbraio 2018, perché individuato quale referente della famiglia di Partinico.

Sarebbero emersi anche legami tra boss e alcuni politici locali di Partinico (Palermo) nel corso dell'inchiesta che all'alba ha portato all'arresto di 81 persone nel palermitano. Un anno fa il Consiglio comunale fu sciolto per i condizionamenti mafiosi dell'attività amministrativa. 

Mafia, droga attività più redditizia

E' la produzione e il traffico di droga l'attività più redditizia per la mafia. E' uno dei particolari che emerge dall'operazione Gordio eseguita questa notte dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo e dalla Dia e che ha portato ad 81 arresti. Cinque le organizzazioni criminali che rifornivano le piazze di spaccio di Palermo, della provincia (Partinico, Borgetto, Trappeto, Balestrate, Camporeale e Montelepre) e Trapani. La cocaina, tramite il gruppo 'Guida', arrivava dal basso Lazio o dalla Campania, grazie ad accordi con la Camorra e in particolare con i fratelli Giovanni e Raffaele Visiello esponenti del clan di Torre Annunziata. Le forniture di hashish invece arrivavano da Palermo.  A capo di ognuna delle cinque organizzazioni esponenti già condannati per associazione mafiosa o fortemente contigui a Cosa nostra. Un gruppo era promosso e diretto da Michele Vitale, 53 anni; uno da Michele Casarrubia e dalla madre Antonina Vitale; un altro da Nicola Lombardo e Nunzio Cassarà; il quarto dai fratelli Maurizio e Antonino Primavera e uno dai fratelli Gioacchino e Raffaela Guida insieme a Massimo Ferrara e Angelo Cucinella. 

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