Meningite, identikit di un killer che fa ancora paura - Affaritaliani.it

Cronache

Meningite, identikit di un killer che fa ancora paura

L'incremento di nuovi casi negli ultimi due anni, a partire dal focolaio che si è sviluppato in Toscana

La meningite torna a fare paura

La meningite torna a far paura. L'incremento di nuovi casi negli ultimi due anni, a partire dal focolaio che si e' sviluppato in Toscana, ha riportato al centro dell'attenzione una patologia che nella percezione comune sembrava pressoche' scomparsa. E che invece continuan a mietere vittime. Solo oggi si contano due casi: un 13enne morto all'ospedale di Monza, e una donna di 79 anni uccisa da una forma fulminante a Genova. Ma che cos'e', come si previene e, nel caso, quali sono i sintomi? La meningite, si legge sulla scheda dell'Istituto Superiore di Sanita', e' un'infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia e' generalmente di origine infettiva e puo' essere virale, batterica o causata da funghi. La forma virale, detta anche meningite asettica, e' quella piu' comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di 7-10 giorni. La forma batterica, quella tornata a colpire in questi mesi, e' piu' rara ma estremamente piu' seria, e puo' avere conseguenze fatali. Il Neisseria meningitidis (meningococco) alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici (2-30% della popolazione). E' stato identificato per la prima volta nel 1887, anche se la malattia era gia' stata descritta nel 1805 nel corso di un'epidemia a Ginevra. Si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco e' un batterio che risente delle variazioni di temperatura e dell'essiccamento. Dunque, fuori dell'organismo sopravvive solo per pochi minuti. La principale causa di contagio e' rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia e' trasmessa da persone affette dalla malattia. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: piu' frequentemente A, B, C, Y e W135 e molto piu' raramente in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i piu' frequenti. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia e' rapida e acuta, con un decorso fulminante che puo' portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. I malati di meningite o altre forme gravi sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall'inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosita' e' comunque bassa, e i casi secondari sono rari.

Il meningococco puo' tuttavia dare origine a focolai epidemici. Per limitare il rischio di casi secondari, e' importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici. Nella valutazione di contatto stretto (che deve essere fatta caso per caso) vengono tenuti in considerazione: i conviventi considerando anche l'ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza); chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del malato; le persone che nei sette giorni precedenti l'esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli); i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca). La sorveglianza dei contatti e' importante per identificare chi dovesse presentare febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza e' prevista per 10 giorni dall'esordio dei sintomi del paziente. Il periodo di incubazione e' generalmente 3-4 giorni (da 2 fino a 10 giorni). Inoltre, bisogna considerare che il meningococco puo' causare sepsi meningococcica (un quadro clinico, talvolta molto severo, per la presenza del meningococco nel sangue con febbre alta, ipotensione, petecchie, insufficienza da parte di uno o piu' organi fino anche ad un esito fatale) che puo' presentarsi da solo o coesistere con le manifestazioni cliniche della meningite. I sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia. I sintomi piu' tipici includono:irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidita' nucale); febbre alta; mal di testa; vomito o nausea; alterazione del livello di coscienza; convulsioni. L'identificazione del microrganismo responsabile viene effettuata su un campione di liquido cerebrospinale o di sangue. Nei neonati, alcuni di questi sintomi non sono evidenti. Si puo' pero' manifestare febbre, convulsioni, un pianto continuo, irritabilita', sonnolenza e scarso appetito. Sul fronte della lotta al meningococco, sono attualmente disponibili vaccini polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che pero' forniscono una protezione di breve durata ai soli soggetti di eta' maggiore di 2 anni, il vaccino coniugato contro il sierogruppo C (usato attualmente nei calendari vaccinali in Italia) e il vaccino coniugato contro i sierogruppi A, C, Y e W 135. E' di recente introduzione (2014) sia nel mercato che nell'offerta vaccinale di alcune regioni un vaccino per prevenire le forme invasive da meningococco di sierogruppo B.