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Cronache
Migranti in aumento: sono 92 milioni. Allarme dell'UE: "Manca collaborazione"

Aumenta il numero di profughi e sfollati nel mondo: ormai sono ben 92 milioni. Ecco perché si fatica a contrastare l'attività dei trafficanti di esseri umani



Il trend di crescita di profughi e sfollati nel mondo è stato costante negli ultimi 10 anni: rispetto al 2011, il totale è addirittura triplicato. Alla fine del 2020 se ne contano circa 92 milioni, con un incremento del +6,2% rispetto all’anno precedente. Di questo totale, ben 82,4 milioni erano in fuga da guerre, persecuzioni e disastri naturali, mentre circa 34 milioni erano minorenni.

E' in leggero calo la mortalità: sono stati 3.388 i decessi nei primi nove mesi del 2021, a fronte dei 4.255 del 2020. La rotta più pericolosa è quella del Mediterraneo, dove solo nell’anno in corso si sono registrati 579 morti e 813 dispersi, pari a un tasso di mortalità dell’1,3%. Le coste del Mediterraneo rappresentano la porta di ingresso all’Unione Europea, la quale si è dotata di un’agenzia, Europol, che assiste gli Stati membri nella lotta al traffico di migranti. 

In questa funzione, tuttavia, Europol sta avendo difficoltà nell’ottenere accesso a tutte le banche dati pertinenti e nello sfruttare appieno le fonti d’informazione esterne. “Negli ultimi anni il traffico di migranti rappresenta per l’UE una sfida impegnativa in termini umanitari e di sicurezza”, spiega Bettina Jakobsen, Membro della Corte dei conti europea e responsabile della relazione sulla situazione dei migranti. 

Il 90% dei migranti finisce nel giro dei trafficanti

“Europol costituisce un partner prezioso degli Stati membri nella lotta al traffico di migranti. Quale polo per lo scambio di informazioni, Europol deve avere accesso e utilizzare sistematicamente tutte le fonti di dati disponibili, il che per ora non avviene. Ci auguriamo che il nostro audit influisca sulla revisione del regolamento Europol attualmente in corso”, aggiunge Jakbosen.

Circa il 90 % dei migranti irregolari finisce nel giro dei trafficanti, che spesso danno vita a vere e proprie tratte di essere umani. Contrastare questi crimini richiederebbe un maggiore interscambio di informazioni tra gli Stati, perché sono loro ad avere la competenza in merito, mentre Europol può fare da coordinamento.

Secondo la Corte dei conti europea il flusso dei dati non è costante e reciproco come servirebbe. La Corte quindi nella sua relazione raccomanda a Europol di rafforzare la cooperazione con Frontex e con Eurojust, proprio al fine di instaurare quella costruttiva condivisione di informazioni che potrebbe arginare l'emergenza umanitaria.
 

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