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Cronache
Migranti, accordo rimesso in discussione. Sibilia (5S): "Per noi non è chiuso"

Sfuma l'accordo che sembrava raggiunto sulla regolarizzazione dei "lavoratori invisibili" nel dl rilancio. "Per noi non è chiusa, a me non risultano accordi e c'è un confronto aperto nel M5S e col capo politico Vito Crimi", ha detto all'Adnkronos il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia, volto storico del M5S, mentre si attende il dl rilancio, che a questo punto, con ogni probabilità, anche stasera non andrà in Cdm. "In tutto questo - ha aggiunto Crimi - è sparito il tema principale, quello di recuperare braccianti per l'agricoltura: stiamo affrontando il problema del caporalato o la mancanza di braccianti nei campi? Delle due l'una, anche perché la misura così com'è -vorrei far notare alla ministra Bellanova- non risolve né l'uno né l'altro problema". 

Ma Sibilia ce l'ha soprattutto con la norma Bellanova. "Nessuno comprende - accusa - come si possa immaginare un condono penale e amministrativa per chi questo reato" ovvero l'aver sfruttato lavoratori in nero nei campi "lo ha commesso e va perseguito per legge. A parte mi chiedo dove sia il buonsenso? Chi pensiamo possa andare in prefettura a dire 'io avevo dei migranti irregolari nel campo, li ho sfruttati facendoli lavorare in nero'... Se non l'ha fatto fino a ieri, perché dovresti farlo ora? Oltretutto in questo modo -per Sibilia- si trasmettono due messaggi negativi: da un lato sembra che non si riesca a perseguire chi commette questo reato, mentre le nostre forze dell'ordine lo fanno ogni giorno, con impegno e dedizione; in secondo luogo diciamo all'imprenditore agricolo onesto di ispirarsi a quel mondo fatto di delinquenti, di chi evade le regole, perché nei fatti non vieni perseguito. Noi, come M5S, la politica del condono non l'abbiamo mai sostenuta, su nessun fronte, tanto meno in questo. Per il M5S ben venga la lotta dura al caporalato, ma nessuno sconto per i criminali, sia ben chiaro. Per noi l'intesa non c'è".

L'intesa sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano in agricoltura e come badanti e colf "in nero" sembrava fosse stata raggiunta nella notte durante un incontro di Giuseppe Conte con i capi delegazione dei partiti della maggioranza giallo-rossa, dopo lunghe discussioni e mediazioni.

In vista del cdm, Teresa Bellanova, la ministra dell'Agricoltura che, insieme con il dem Peppe Provenzano, responsabile del dicastero del Sud, più hanno spinto per la regolarizzazione, erano ottimisti. Salvo ultimi colpi di coda dei 5Stelle, che di regolarizzazione non volevano sentire parlare, soprattutto non da inserire nel decreto Rilancio, che poi sono effettivamente arrivati nel pomeriggio di lunedì con le dichiarazioni di Sibilia.

"Rifiniture sono in corso", commentava ancora prudente Bellanova che è stata anche oggetto di pesanti attacchi e insulti sul web per la sua battaglia. Comunque per il Viminale il testo era un buon compromesso.

Il Pd ha spinto perché oltre a braccianti e raccoglitori, fosse inserito anche il lavoro domestico. I 5Stelle aveva ottenuto che i permessi temporanei, che sono comunque di sei mesi e per ricerca di lavoro, fossero subordinati a un controllo dell'Ispettorato del lavoro. Solo infatti se l'Ispettorato certificherà che gli immigrati, che ne fanno richiesta, hanno già lavorato in quei settori in passato, potranno ottenere il permesso di ricerca di lavoro per sei mesi in attesa di trasformarlo poi in permesso di lavoro vero e proprio.

Non si fanno numeri al Viminale. Ma i "regolarizzabili" potrebbero essere 500 mila stranieri. Infatti le leve di regolarizzazione sono due: quella dei permessi di ricerca di lavoro (con il vaglio dell'Ispettorato del lavoro) e alla fine per sei mesi, ma soprattutto quella che affida al datore di lavoro l'emersione del lavoro "in nero". Vale ovviamente per italiani e stranieri. Il ministro del Sud, collegato questa notte con la video riunione, si è battuto perché l'emersione fosse da intendersi il più ampia possibile. Ai lavoratori stranieri a cui il datore di lavoro garantisce il contratto, sarà dato un permesso di soggiorno della durata del contratto di lavoro. I datori di lavoro che dichiarano le pregresse irregolarità avranno uno scudo penale e amministrativo.

 

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