Cronache
Morti in discoteca, lo Stato non garantisce controlli anti droga
Un'altra morte in discoteca che mette ancora più in risalto, al di la delle cause che hanno determinato il decesso di Lorenzo Toma, il triste fenomeno delle morti in discoteca. Dopo il caso del Cocoricò di Riccione, la necessità impellente di un giro di vite nelle discoteche italiane e nei locali della movida impone misure serrate di controlli. Un altro evento drammatico che fa riflettere in primis le famiglie e che fa mettere in discussione il ruolo genitoriale. Quando accadono episodi di questo tipo i primi ad interrogarsi sono i genitori assaliti da mille sensi di colpa e soffocati da un dolore immenso.
Ma prima delle famiglie devono interrogarsi le istituzioni. Cosa si fa e cosa si è fatto sino ad oggi per garantire adeguati controlli su ciò che accade nei luoghi della movida e nelle discoteche? Lo afferma Filomena D’Antini Solero, intervenendo sul grave episodio del 19enne deceduto dopo una serata in un locale di Santa Cesarea Terme. Il Diritto alla Vita continua la D’Antini non può e non deve essere confuso con il “diritto allo sballo”. “Comprendo che è difficile relazionarci con i giovani, che il mondo è cambiato molto più velocemente rispetto agli adulti, che la società dell’innovazione è sempre più complessa, ma a ragione di ciò incombe l’obbligo su gli adulti di non lasciare soli i ragazzi nella società dello sballo.” Quando si muore a 18 anni tutto diventa relativo, il divertimento le serate di sballo, la rabbia verso chi non la pensa come noi. Ed allora „PIU' CONTROLLI, in discoteca e più controlli su i nostri figli I motivi che si celano dietro l'utilizzo di sostanze stupefacenti sono molteplici. Uno di quelli più diffusi è sicuramente lo spirito di aggregazione, quel sentimento che porta il ragazzo a seguire il gruppo, a imitare gli altri per non essere emarginato. Seguono poi altri fattori, come il desiderio dello "sballo" e la voglia di fare qualcosa "fuori dagli schemi". I giovani si avvicinano alla droga con la convinzione di poter smettere quando vogliono, inconsapevoli di come queste sostanze creino dipendenze molto forti in tempi spesso piuttosto ristretti. Intervenire dunque per “educare i nostri figli al non sballo” e’ doveroso da parte delle istituzioni e delle famiglie.
AVV. FILOMENA D’ANTINI SOLERO
RESPONSABILE DIPARTIMENTO DIRITTI UMANI E LIBERTA’ CIVILI REGIONE PUGLIA FORZA ITALIA