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Cronache
Olanda narcoStato: lo dice sindacato di polizia. Il Paese che non ti aspetti

"L'Olanda è diventata un narcoStato”. Lo spiega il capo del sindacato di Polizia. Ecco il paradiso per il crimine organizzato. "Chi parla morirà".

"L'Olanda è diventata un narcoStato, in particolare per la forte presenza di cartelli della droga che pompano così tanti soldi nell'economia legale da prendere il sopravvento su tutto, tutta la società olandese". Lo ha dichiarato ancora una volta Jan Struijs, il coraggioso presidente del sindacato di polizia NPB, e quest’ultima al canale televisivo svedese SVT, prima rete dell’emittente televisiva pubblica nazionale di Stato della Svezia, Sveriges Television. NPB è uno degli storici sindacati di polizia olandesi (nato nel 1946) e tra i più considerati, ha 27.500 aderenti, ma nulla cambia. La sovranità olandese è sempre più condizionata dalle organizzazioni criminali e trovare una testa mozzata davanti a un locale non è impensabile come un tempo. Un cambio radicale che negli ultimi 10 anni ha travolto il Paese.

L’Olanda del primo ministro Mark Rutte, quello che di recente ha dichiarato che Paesi come l'Italia devono rinunciare a parte della sovranità in materia di politica estera, è come sotto scacco. I gruppi criminali dei Paesi Bassi e del Belgio sono i principali produttori e commercianti di droghe sintetiche in Europa. I Paesi Bassi sono uno dei principali produttori di MDMA e anfetamine a livello mondiale. Amsterdam è Anversa sono porti strategici di attracco delle mafie di tutto il mondo. Colombiani, russi, italiani, albanesi, turchi, nordafricani hanno sedi operative in loco e le seconde generazioni di olandesi si sono intessute dell’esperienza delle vecchie organizzazioni mafiose. Tutto questo a fronte di un sistema repressivo e penale molto mite e che nel profondo nega la gravità della situazione.

Ma un libro-inchiesta del 2014, “Mocro Maffia", ad opera dei giornalisti e criminologi Marijn Schrijver e Wouter Laumans, ha svelato la presenza di questa nuova organizzazione criminale attiva tra Olanda e Belgio e che partendo dal furto di gioielli è passata al traffico ingente di droga. “Mocro” è un neologismo per designare persone di origine marocchina anche se l’organizzazione ha diverse nazionalità. “Maffia” è invece una sorta di ridicolizzazione del termine mafia.

L'organizzazione riesce a detenere il controllo di decine di canali di distribuzione di cocaina e droghe sintetiche ma compie anche omicidi su commissione. Il motto della rete è "Chi parla, va", ovvero: "Chi parla morirà". All'inizio degli anni ‘90 l'organizzazione criminale era coinvolta nel commercio di cannabis dal Marocco. Negli anni la “Mocro Maffia”è diventata un attore determinante nel trasporto e nello spaccio di cocaina nei Paesi Bassi e poi in Belgio.

Questo afflusso continuo di narcotraffico "mina la democrazia, ma anche l'economia", ha spiegato Jan Struijs alla tv svedese. Il riferimento del sindacalista è anche alla corruzione degli imputati, alle minacce agli avvocati e all’uccisione di giornalisti.

Mocro Maffia” è tra le altre cose accusata dell'omicidio nel 2021 del noto giornalista investigativo e che si occupava di criminalità organizzata Peter R. de Vries. L’uomo, messo sotto osservazione della criminalità organizzata, aveva rifiutato la scorta. Un’ennesima prova di sottovalutazione del fenomeno.

Ridouan Taghi, leader della “Mocro Maffia”, è il sospetto ideatore dell’ omicidio. De Vries era un testimone in un processo contro il gruppo mafioso.  Da allora, una serie diversi avvocati, magistrati e giornalisti sono stati messi sotto protezione con le loro famiglie. In linea con questo quadro è avvenuto l’omicidio nel 2019 dell'avvocato Derk Wiersum, specializzato in criminalità organizzata e traffico di droga: freddato in strada da un incappucciato. Wiersum era stato anche il difensore di Nabil B., un pentito che ha fornito alla polizia informazioni chiave sul boss mafioso marocchino Ridouan Taghi in cambio di una riduzione di pena. Anche il fratello di Nabil B. è stato assassinato nel 2018.

Nel 2016 fece scalpore il ritrovamento di una testa mozzata fuori da un locale dove si fumava con il narghilè, il Fayrout Cafè, più volte nell’occhio degli investigatori olandesi per attività di stampo mafioso.

La situazione è così fuori controllo che alla “Mocro Maffia” in Olanda si è interessata anche l'FBI. Il servizio di sicurezza americano dell'FBI ha avvertito i Paesi Bassi che nel novembre dello scorso anno Ridouan Taghi (intanto è finito in carcere) stava comunicando con il mondo esterno dalla prigione. Sarebbe accaduto grazie ad una o più guardie carcerarie “compromesse”. Ma nonostante l'avvertimento dell'FBI, non sono state introdotte misure più severe. Il sistema legislativo olandese è chiaramente inadatto a recepire la complessità del fenomeno e quanto sia altrettanto complesso il contrasto alle associazioni mafiose. Media, politici e opinione pubblica sottovalutano il fenomeno che ha assunto dimensioni impensabili. Le pene per gli appartenenti alle organizzazioni restano molto lievi. Questo fa sì che il Paese divenga un sorta di paradiso per il crimine organizzato.

 

 

 

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