Procura di Milano, Greco era certo della nomina. Ma ora c'è l'effetto Davigo

"Tra due, al massimo quattro settimane, voteremo al plenum" per il nuovo capo della Procura di Milano, che manca dalla fine del 2015. Lo ha assicurato negli scorsi giorni il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini. Sul nome nessuno si sbilancia, almeno ufficialmente. Ma la verità, stando a quanto risulta ad Affaritaliani.it, è che un nome già preciso esiste, o forse esisteva.

Secondo indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it, la nomina di Francesco Greco appariva praticamente scontata fino a due giorni fa, con Nobili e Melillo con pochissime speranze di rimonta. Il motivo? Greco garantisce continuità con la guida di Bruti Liberati, conosce benissimo l'ufficio milanese e soprattutto ha il quid giusto per esserne a capo. Viene considerato da tutti i colleghi, anche quelli che magari lo amano di meno, come un uomo di polso, in grado di guidare un ufficio così complesso come quello di Milano.

Tra i magistrati milanesi c'è grandissima stima anche per Nobili, ritenuto da tutti un bravissimo magistrato, ma che secondo qualcuno per indole e personalità potrebbe avere qualche difficoltà in più a guidare un ufficio così composito.

Ma ora c'è un nuovo elemento: l'uscita del neo presidente dell'Anm Piercamillo Davigo sui politici. Un'uscita che ha indispettito Renzi, il governo ma anche quella parte di magistratura che non condivide una strategia così aperta e critica verso la politica. Greco è stato insieme a Davigo uno dei grandi pm di Mani Pulite. Ora l'uscita di Davigo può metterlo in difficoltà perché mediaticamente la sua nomina potrebbe sembrare come un ritorno alla fase di Tangentopoli e al tintinnare della manette. Una suggestione poco corrispondente alla realtà, chiaramente, ma esiste e può danneggiare la corsa di Greco. In Csm vedremo se tornerà tutto in discussione oppure le polemiche si quieteranno e la posizione decisa in precedenza non verrà scalfita dall'"effetto Davigo".