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Cronache
Scala, identificato "l'urlatore". Lui: "Stato parafascista". Bufera su Digos

Prima della Scala, identificato lo spettatore del "w l'Italia antifascista"

Continuano le polemiche all’indomani della Prima della Scala. "Trovo un po' inquietante che io sia stato identificato, non può non venirmi il dubbio che siamo alla soglia di uno stato parafascista". Lo ha detto all'Ansa Marco Vizzardelli, che ieri dopo l'inno di Mameli ha urlato dal loggione 'Viva l'Italia antifascista' alla prima della Scala per poi essere identificato dalla Digos. "Non sono un pericoloso comunista, al massimo un liberale di sinistra - prosegue - ma non reggo due cose: qualsiasi vago profumo di fascismo e qualsiasi forma di razzismo. E ieri avevo davanti due rappresentanti dello Stato come Salvini e La Russa che su entrambi questi fronti mi lasciano molto perplesso".

Giornalista di 65 anni, Vizzardelli frequenta la Scala da quando ne aveva 10 e spiega di essere arrivato ieri alla Prima "rimuginando sulla presenza di Liliana Segre sul palco assieme a Ignazio La Russa e Matteo Salvini. Non mi piaceva per nulla averla vista in mezzo a questa polemica e ho pensato che qualcosa andava fatto ma non sapevo cosa".

Prima dell'esecuzione dell'inno di Mameli, qualcuno ha urlato 'no al fascismo', "ma non ero io - prosegue Vizzardelli - ma qualcuno dall'altra parte della prima galleria dov'ero seduto. Quando è finito l'inno, ho preso la pausa di silenzio e ho detto 'viva l'Italia antifascista' ma senza urlare, con calma e tranquillità. Il vecchio sovrintendente della Scala Alexander Pereira diceva che avevo una proiezione di voce eccezionale e in effetti si è sentito bene. Ma ho detto una cosa lapalissiana, non mi aspettavo proprio tutto questo can can".

"Sia La Russa che Salvini erano due presenze che mi mettevano a disagio - aggiunge - ma mentre La Russa se l'è cavata dicendo di non aver sentito, Salvini ci è cascato come una pera senza sapere che alla Prima della Scala nella storia è successo ben di peggio. Mi ha reso un servizio inaspettato, la sua stessa reazione mi ha convinto che ho fatto bene e lo rifarei".

Vizzardelli: "Gli agenti ridevano ed erano daccordo con me"

"I poliziotti che mi hanno identificato sono scoppiati a ridere e mi hanno detto 'la pensiamo come lei' quando ho fatto notare che sarebbe stato un reato dire 'w l'Italia fascista', non quello che ho detto io". Il giorno dopo Marco Vizzardelli, giornalista esperto di equitazione e di opera lirica, e' il nome piu' popolare sui social dopo essere stato identificato dalla Digos per avere pronunciato, "non urlato, il mio tono di voce era normale", le parole 'w l'Italia antifascista' dal loggione alla 'Prima' della Scala. Raggiunto telefonicamente dall'Agi, intervalla il suo racconto con battute e risate: "Ora ho in casa la televisione che mi vuole intervistare, e' sbalorditivo, no? Questo per avere detto una frase in linea con la Costituzione. Rifarei tutto, non sono affatto pentito". 

Polizia, identificazione loggionisti prassi per sicurezza

L'identificazione di due loggionisti ieri sera alla Prima della Scala dopo l'urlo "W l'Italia antifascista" fatto prima dell'inizio dell'opera "non è stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata": lo ha precisato, oggi, la Polizia di Stato. "L'identificazione dei due spettatori presenti in Galleria - spiega la Questura di Milano in una nota - è stata effettuata quale modalità ordinaria di controllo preventivo per garantire la sicurezza della manifestazione".

Scala, protesta Pd: "Adesso identificateci tutte e tutti" 

Si chiude il sipario (tredici minuti di applausi) ma rimane la polemica politica il giorno dopo il debutto del "Don Carlo" al teatro la Scala. "Adesso identificateci tutte e tutti": l'opposizione, con il Pd in prima fila, protesta contro l'iniziativa della questura di Milano che ha identificato il 'loggionista' autore del grido "Viva l'Italia antifascista" durante la 'Prima'. "Continueremo a gridarlo, ovunque. Anche se non piace a Salvini", scrive il Partito democratico su X, un post poi condiviso anche dalla segretaria dem, Elly Schlein. Marco Vizzardelli e un altro spettatore - precisa la Questura - non sono stati identificati "per il contenuto della frase" ma "per garantire la sicurezza della rappresentazione". 

Polemica ridimensionata dal centrodestra sebbene con sfumature diverse - dal "non ho sentito nulla" di La Russa al "se uno viene a sbraitare alla Scala ha un problema" di Salvini - e allo stesso tempo rilanciata a piena voce dal centrosinistra. Tanto da chiedere al ministro dell'Interno di chiarire in Parlamento. "Mi auguro che il motivo che ha portato agenti della Digos a identificare chi ha gridato 'Viva l'Italia Antifascista' alla Scala ieri sera, sia perche' il questore e il prefetto di Milano intendono ringraziare quel cittadino per aver reso omaggio alla Costituzione", scrive su X il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "Se cosi' non fosse, e sarebbe scandaloso - riprende il parlamentare dell'Alleanza Verdi e Sinistra - il ministro dell'Interno dovra' spiegarlo in Parlamento. I funzionari dello Stato hanno giurato sulla Costituzione antifascista. Nessuno - conclude - dovrebbe mai dimenticarlo".

"La cosa e' molto inquietante e va assolutamente chiarita. Spero poi gli siano state fatte delle scuse", sostiene il senatore Pd Francesco Verducci. In tarda mattinata arriva la precisazione della Questura di Milano. "L'iniziativa - precisa in una nota - non e' stata assolutamente determinata dal contenuto della frase pronunciata, ma dalle particolari circostanze, considerate le manifestazioni di dissenso poste in essere nel pomeriggio in citta' e la diretta televisiva dell'evento che avrebbe potuto essere di stimolo per iniziative finalizzate a turbarne il regolare svolgimento. La conoscenza dell'identita'' delle persone ha consentito, infatti, di poter ritenere con certezza l'assenza di alcun rischio per l'evento".

Scala, Magi: "Troppe identificazioni dal sapore di intimidazioni"

"Ieri mattina gli attivisti di +Europa e Meglio Legale sono stati identificati dalla Digos dopo la manifestazione davanti piazza Montecitorio, piazza che siamo riusciti a ottenere dopo una trattativa in loco con la questura e solo grazie alla presenza di parlamentari, visto che volevano vietare un brevissimo momento pubblico per la presentazione della proposta di legge popolare per l'autocoltivazione di cannabis; ieri sera, la Digos ha provveduto a identificare lo spettatore che ha urlato cio' che dice la Costituzione, cioe' che l'Italia e' antifascista. Una china preoccupante: chi manifesta le proprie idee, che siano tradotte in una proposta di legge o in uno slogan pacifico e costituzionale, viene identificato. Io la chiamo intimidazione". Lo scrive su X il segretario di Piu' Europa Riccardo Magi.

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