Cronache
Vattimo, "60mila € di spese dell'assistente". Il giudice riabilita il filosofo



Per la Corte d'Appello ha "la capacità di autogestirsi in maniera autonoma". Ma resta aperto il procedimento per Caminada, accusato di circonvenzione d'incapace
Caso Vattimo, sentenza ribaltata: "E' lucido mentalmente"
La Corte d'Appello ha ribaltato la precedente decisione sul caso del filosofo Gianni Vattimo a cui era stato affidato un amministratore di sostegno, dopo le accuse rivolte nei confronti del suo assistente di avergli estorto denaro. Per i giudici - si legge sulla Stampa - Vattimo ha "la capacità di autogestirsi in maniera autonoma". Così il filosofo 85enne: può tornare a disporre liberamente del suo patrimonio. "Finalmente, mi sento riabilitato - si è sfogato Vattimo - ho dimostrato che sono perfettamente in grado di intendere e volere, sono felice". Il decreto della Corte racconta di un uomo "che ha dimostrato di sapere raccontare nel dettaglio tutta la propria vita connotata da un’intensa attività intellettiva".
Ora - prosegue la Stampa - resta da celebrare il procedimento penale, in cui Vattimo è individuato dalla procura come parte lesa, come vittima del suo assistente personale Simone Caminada, accusato di circonvenzione di incapace. Per l’accusa l’assistente a partire dal 2015 avrebbe «indotto Vattimo a effettuare bonifici sul suo conto corrente per importi superiori di 19 mila euro rispetto all’ammontare della retribuzione dichiarata da Caminada e a effettuare spese ingiustificate (per quasi 60 mila euro, ndr) che contribuivano a erodere il patrimonio di quest’ultimo». Caminada avrebbe convinto inoltre il filosofo, a giugno 2017, «a stipulare una polizza assicurativa sulla vita da 415 mila euro, di cui il 40% sarebbero spettati a lui in caso di morte».
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